In piazza le delegazioni di tutte le regioni e delle varie categorie produttive i cui delegati si sono alternati negli interventi sul palco.
Sbarra, che ha inviato un messaggio chiaro alla premier Meloni: “In questi mesi la Cisl si è adoperata con grande senso di responsabilità per assicurare relazioni sindacali costruttive, propositive. E abbiamo offerto serietà e affidabilità al Governo, ma la serietà va ricambiata con altrettanta responsabilità”. Il grande obiettivo della manifestazione “è migliorare la manovra, a cominciare dalle pensioni; e avviare un confronto e un dialogo su un'Agenda 2024 fatta di priorità che riguardano crescita, sviluppo sostenibile, rilancio degli investimenti e recupero di produttività, qualità e stabilità del lavoro, formazione e competenze. Questa è la condizione - evidenzia il numero uno di Via Po - che ci potrebbe portare a negoziare un nuovo e moderno patto sociale che metta al centro la dignità della persona, la qualità del lavoro, la coesione sociale del Paese”. Spiega Sbarra: “Alla premier Meloni martedì chiederemo di modificare tutto il pezzo sulle pensioni della manovra. Vogliamo un chiaro e deciso riferimento ad una pensione contributiva per i giovani e per le donne. Bisogna ritirare l'articolo 33 che restringe e penalizza aliquote e rendimenti per alcune categorie della Pa: medici e infermieri, personale degli enti locali, maestre d'asilo, ufficiali giudiziari. Non si può continuare a fare cassa sulle pensioni delle lavoratrici e dei lavoratori. Vanno eliminate le restrizioni su Ape sociale e Opzione donna e bisogna investire di più sull'indicizzazione e la perequazione delle pensioni”. Sbarra ha ribadito che nella manovra ci sono luci e ombre. E che molte delle luci sono dovute alle indicazioni del sindacato recepite dall'Esecutivo. Ecco perché la Cisl “rispetta anche se non condivide molte volte le scelte e le strategie di Cgil e Uil”. Tuttavia “il sindacato deve restare unito, compatto su grandi obiettivi strategici. Continuiamo ad avere piattaforme comuni, a gestire rinnovi contrattuali, a governare crisi aziendali. Rispettiamoci, condividiamo e smettiamola di pensare ad una egemonia che è finita con il Novecento”. Aggiunge Sbarra: “Le norme sul diritto di sciopero sono chiare. Nessuno pensi minimamente di mettere in discussione un diritto costituzionale: alzeremmo davvero le barricate in questo Paese. Detto questo bisogna affidarsi alle valutazioni di una Commissione di garanzia che deve restare autonoma, indipendente e contemperare il giusto diritto di sciopero con l'altrettanto diritto dei cittadini ad usufruire dei servizi pubblici essenziali”.
Giampiero Guadagni