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Servizio pubblico

Rai, un futuro da costruire sulla base di un profondo rinnovamento editoriale

Un modo diverso di concepire un Servizio pubblico "vivo" capace di combinare le tre forze che danno forma al futuro della comunicazione radiotelevisiva il senso, il legame e il valore. Concetti nuovi e una promessa esaltante per i cittadini-utenti che tuttavia non può essere mantenuta senza il capitale intellettuale e creativo interno all’azienda. Così la Fistel Cisl interviene sul ruolo della Rai e del Servizio pubblico in occasione dell’approvazione del piano industriale 2016-2018.

Un capitale - puntualizza la categoria - che gode all’esterno di un alto riconoscimento ma che per troppo tempo i vertici aziendali hanno colpevolmente ignorato, e trattato con infastidita sufficienza. Ci sono molti fatti in questi giorni che decideranno il futuro della Rai e del Servizio Pubblico a partire dall’approvazione unanime del piano industriale 2016-2018 e dalle successive dichiarazioni del DG/AD Antonio Campo Dall’Orto, sulla ineludibile necessità di un profondo rinnovamento editoriale che le consenta di agire efficacemente nel nuovo contesto digitale multipiattaforma.

Se si vuole davvero voltare pagina e rendere la Rai la più autorevole fonte di informazione del Paese - nota la Fistel - il rapporto con la competenza e la creatività aziendale va ripensato nella chiave di una insostituibile risorsa. Finora però si è trattato di annunci a mezzo stampa di cui il sindacato tiene sicuramente conto, ma deve poterne apprendere e apprezzare il contenuto nel "luogo" istituzionale deputato al confronto sindacale, ovvero in Azienda. La Cisl è convinta che "importare" professionisti dall’esterno è una non soluzione, soprattutto in quei settori aziendali che finora hanno mantenuto il primato sulla concorrenza. C’è da chiedersi se non fosse stato meglio avvalersi di professionalità esterne in quei settori dove invece le competenze in azienda sono più deboli, in particolare sul terreno dei cosiddetti ambienti editoriali "multipiattaforma". La Fistel Cisl con senso etico e di responsabilità, non ha assunto posizioni critiche a priori, ma tuttavia attende serenamente di essere prontamente convocata dall’Azienda per dare il proprio contributo per co-progettare un percorso sul futuro del Servizio Pubblico Radiotelevisivo, non solo sindacale ma anche di valorizzazione delle pregevoli professionalità interne.

( 27 aprile 2016 )

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