Soddisfatti i sindacati. I segretari confederali di Cgil Cisl e Uil - Re David, Romani e Bocchi - parlano di ”passo in avanti fondamentale, frutto di un lungo percorso durato oltre due anni, una battaglia condotta con caparbietà da tutto il movimento sindacale europeo, che rappresenta un segnale importante e coerente con il Pilastro dei Diritti Sociali con cui l'Europa ha deciso, dopo la stagione più dura del Covid, di ripartire, rinnovando la propria visione della sostenibilità dello sviluppo”. La nuova normativa ”arriva in un momento in cui è quanto mai necessario porre al centro dell'attenzione la questione della povertà, anche nell'ambito del lavoro; un tema reso ancora più cruciale dalla crisi che stiamo vivendo, amplificata dalla guerra”. Secondo Re David, Romani e Bocchi ”il messaggio politico che arriva dall'Ue è forte e chiaro e conferma quanto, da sempre, sostenuto da Cgil, Cisl, Uil, ossia la necessità di rafforzare la contrattazione collettiva in tutti gli stati membri. La Direttiva riconosce che la via della contrattazione, perseguita da sempre dal sindacato italiano, è quella maestra per ottenere condizioni economiche adeguate e diritti per i lavoratori ”. Ora è necessario ”mettere in campo il massimo impegno per migliorare l'efficacia della contrattazione, nazionale e di secondo livello, e per aumentare salari e retribuzioni complessive. In tal senso auspichiamo non solo un rapido recepimento della Direttiva, ma soprattutto un coinvolgimento attivo delle parti sociali, da parte del futuro Governo, nella definizione di iniziative che puntino a rendere la contrattazione sempre più diffusa, efficace e di qualità”.
Grande apprezzamento anche da parte della Ces: ” Gli Stati membri devono ora agire per garantire il riispetto del termine di due anni.” La richiesta è di ”seguire immediatamente l'esempio della Germania aumentando i salari".
Per la Ces ”non ci possono essere festeggiamenti fino a quando questa direttiva non porterà soldi nelle tasche delle persone”.
Giampiero Guadagni