di Silvia Boschetti
Ancora una volta il sindacato rompe il silenzio che troppo spesso accompagna l’emergenza amianto nel nostro Paese. In Italia ogni anno sono circa 6mila le vittime della fibra killer capace di essere letale anche a distanza di anni. Seppur messo al bando dal 1992 da Nord a Sud della nostra Penisola aspettano di essere smaltite ben 32 milioni di tonnellate di amianto. Dovrebbero bastare queste cifre per comprendere che non c’è tempo da perdere eppure non è così. Da qui il rinnovato appello di Cgil Cisl Uil per dire basta all’amianto e per occuparsi nel modo migliore dei lavoratori colpiti e delle famiglie di quanti non ce l’hanno fatta. Un piano d’azione ancora più forte quello messo a punto a conclusione della riunione unitaria dei quadri delle tre organizzazioni intitolata ”L’Italia libera dall’amianto entro il 2028” svolta a Roma. A partire dalla garanzia di un impegno corale e coordinato su tutto il territorio nazionale traguardato alla condivisione delle richieste sindacali, a far recepire queste richieste nelle Legge di Bilancio e a garantire il supporto della mobilitazione sindacale a tutti i livelli: centrale, regionale e nelle grandi aree urbane. Dal Fondo delle vittime alla previdenza le priorità sono tante. ”Nel triennio 2018-2020 - spiega Angelo Colombini, segretario confederale Cisl, intervenuto a nome di Cgil Cisl uil - dovremmo riuscire ad avere per gli malati professionali e gli eredi dei malati professionali deceduti, l’erogazione puntuale mensile delle prestazioni economiche aggiuntive pari al 20 % delle indennità percepite da Inail”.
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