Mercoledì 5 febbraio 2025, ore 15:56

Attualità

Sanità, in undici anni persi 28 miliardi sui redditi dei lavoratori

Il servizio sanitario nazionale è del tutto sottodimensioanto a livello di organici e i lavoratori sono, a loro volta, sottopagati. Motivo per cui, in migliaia tra medici e infermieri, hanno lasciato l’Italia. Il quadro che emerge dall’audizione di Gimbe in Commissione Affari Sociali della Camera è allarmante. In 11 anni, sul fronte dei redditi dei dipendenti, sono stati persi oltre 28 miliardi di euro, più della metà solo nel 2020-2023. Dal 2012 al 2023, ha spiegato il presidente della Fondazione, Nino Cartabellotta, “il capitolo di spesa sanitaria relativo ai redditi da lavoro dipendente è stato quello maggiormente sacrificato”. In termini assoluti, dopo una progressiva contrazione da 36,4 miliardi di euro nel 2012 a 34,7 miliardi nel 2017, la spesa ha iniziato a risalire raggiungendo 40,8 miliardi nel 2022, per poi scendere a 40,1 miliardi nel 2023. Tuttavia, in termini percentuali sulla spesa sanitaria totale, il trend segna una lenta ma costante riduzione. Nel 2012 rappresentava infatti il 33,5% mentre nel 2023 si è attestato al 30,6%. “Se la spesa per il personale dipendente - ha sottolineato il presidente Gimbe - si fosse mantenuta ai livelli del 2012, quando rappresentava circa un terzo della spesa sanitaria totale, negli ultimi 11 anni il personale dipendente non avrebbe perso 28,1 miliardi, di cui 15,5 miliardi solo tra il 2020 e il 2023, un dato che evidenzia il sacrificio economico imposto ai professionisti del sistema”. La crisi senza precedenti del servizio sanitario nazionale, secondo Cartabellotta, è stata causata “da errori di programmazione, dal definanziamento e dalle recenti dinamiche che hanno alimentato demotivazione e disaffezione dei professionisti”. Senza un adeguato rilancio delle politiche per il personale sanitario, ha avvertito il presidente Gimbe, “l'offerta dei servizi sanitari ospedalieri e territoriali sarà sempre più inadeguata rispetto ai bisogni di salute delle persone, rendendo impossibile garantire il diritto alla tutela della salute”.
Una ulteriore conferma dei problemi di organici del sistema, è il boom di spesa per i cosiddetti gettonisti: spesa che nel 2023 è raddoppiata rispetto all’anno precedente, toccando quota 476 milioni. “La carenza di personale sanitario unita all'impossibilità per le Regioni di aumentare la spesa per il personale dipendente a causa dei tetti di spesa - ha detto il presidente Cartabellotta - ha alimentato il fenomeno: medici, infermieri e altri professionisti sanitari reclutati tramite agenzie di somministrazione del lavoro e cooperative, con i relativi costi rendicontati come spese per beni e servizi”.
Ilaria Storti

( 9 gennaio 2025 )

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