L’Italia è un paese dove, a testa, si spendono circa 1.450 euro (neonati compresi , 1.890 euro pro capite considerando solo i maggiorenni) per tentare la beffarda Dea Bendata sotto varie forme: videopoker, slot machine, Gratta e vinci, sale Bingo. Quasi tutti i bar, anche quelli più piccoli di un paese di provincia, hanno, più o meno, nascosta agli occhi dei più la loro bella saletta per video giochi. Solo a Napoli la spesa pro capite per Lotto e Superenalotto è di 207 euro. Tutto questo fa si che la stima delle persone dipendenti dal gioco d'azzardo sia pari quasi ad una città: 800 mila. Il fatturato legale è stimato in circa 80 miliardi di euro, a cui si devono aggiungere, con molta prudenza, i 10 miliardi di quello illegale. Stime parlano di un valore di 8,6 miliardi di euro del gioco d’azzardo operato su slot machine in mano alla criminalità organizzata. La quale guadagna con facilità, con pochi rischi. Napoli è considerata la capitale, secondo molte statistiche, del gioco clandestino, un dato che divide con Roma (oltre 1,5 miliardi di euro sottratti allo Stato).
“Come Adiconsum - spiega a Conquiste Gerardo Ceres, presidente campano dell'Associazione per la tutela dei consumatori - abbiamo visto, nel 2015, che su oltre 220 casi di persone che hanno chiesto la nostra assistenza per il settore del credito (mutui, finanziamenti personali, acquisto di beni di consumo ndr) circa il 50% era in situazioni di difficoltà economica per la perdita del posto di lavoro, il mutamento dei contratti. Ma il 40% di questi 220 persone si trovava in difficoltà perchè direttamente o indirettamente erano giocatori compulsivi”.
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