Giovedì 21 novembre 2024, ore 12:12

Istruzione 

Scuola, scoppia il caso vaccini 

Il caos e la gestione emotiva della comunicazione sul vaccino AstraZeneca - soprattutto da parte dell'Europa e dell'Ema - ha fatto crollare la fiducia dei cittadini nel vaccino. Vaccino che è ormai indicato per gli over 60 ma il limite di eta non si applica a chi ha già avuto la prima dose. Per questo, il personale della scuola che finora è stato vaccinato all'80%, tutto, praticamente, solo con la prima dose è nel panico. Docenti, personale delle segreterie, bidelli, presidi, oltre 1 milione di persone che gravita intorno alle scuole, è preoccupato, si chiede se deve o non sottoporsi al richiamo, interpella i sindacati della scuola e i medici di famiglia in preda all'ansia. Ne è bastata al mondo della scuola la nuova circolare con cui il ministero della Salute ha aggiornato le raccomandazioni sul vaccino Vaxzevria di AstraZeneca.
Flc Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda hanno scritto al ministero dell'Istruzione per chiedere un incontro sul proseguimento della campagna vaccinale per il personale della scuola. “Le vicende che in questi giorni hanno riguardato i possibili effetti collaterali del vaccino AstraZeneca, fin qui utilizzato per la campagna di vaccinazione del personale scolastico - scrivono i sindacati - hanno ingenerato uno stato di preoccupazione e di diffuso disorientamento fra il personale stesso, sia per chi ancora attende la prima somministrazione, sia per quanti dovranno ricevere la dose di richiamo”. Per questo per le sigle del comparto, “è indispensabile fornire precise e dettagliate informazioni sulle modalità con cui si intende d'ora in avanti procedere nella programmazione e gestione delle vaccinazioni del personale scolastico”. Di qui la richiesta di confronto urgente con la partecipazione di esperti investiti di specifiche competenze tecnico-scientifiche.
La segretaria generale della Cisl Scuola, Maddalena Gissi, chiede una campagna di informazione dettagliata in vista delle seconde dosi. “Il personale scolastico - sottolinea la sindacalista - ha una numerosità in termine di genere femminile quasi totale e oltre 500 mila sono under 55: è il target che Astrazeneca potrebbe trovare più complesso per le conseguenze trombotiche”. Sulla stessa linea Alessandro Rapezzi per la Flc Cgil: “C'è un vuoto di comunicazione, la situazione è delicatissima, la campagna vaccinale ha bisogno di essere sostenuta da una forte consapevolezza. Serve l'informazione necessaria: in 4 mesi si è rovesciato il paradigma Astrazeneca, e calcolando che nella scuola lavorano in stragrande maggioranza donne, significa che per la categoria non c'è più un vaccino”.
Ilaria Storti

( 9 aprile 2021 )

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