La soglia di fatturato sotto cui eliminare la partecipata pubblica si potrebbe abbassare a 500 mila euro, come richiesto da Regioni e Comuni, ma sono per il primo taglio, per la revisione straordinaria, che parte subito, a fine giugno, dopo di che, a regime, l'asticella tornerebbe a un milione di euro, come previsto nella versione ordinaria del decreto Madia. Sarebbe questa l'ipotesi che si fa strada per raggiungere l'intesa, necessaria dopo la sentenza della Consulta, tra Regioni, enti locali e Governo. Oggi è in calendario l'incontro per sciogliere gli ultimi nodi, poi giovedì dovrebbe essere convocata la conferenza unificata straordinaria per ufficializzare l'accordo.
Intanto Cgil, Cisl e Uil avrebbero chiesto e ottenuto un incontro con le Regioni per discutere della gestione del personale delle partecipate pubbliche in vista del decreto bis. È quanto si apprende da fonti sindacali, che ribadiscono le loro preoccupazioni sul rischio esuberi a seguito dei tagli. Ecco perché Cgil, Cisl e Uil domani vedranno le Regioni. Quel che si teme, spiega il segretario confederale della Uil, Antonio Foccillo, è "il rischio di un'ulteriore riduzione dell'occupazione con una carenza di ammortizzatori sociali per quanti perderebbero il posto di lavoro, che, si potrebbe ipotizzare, essere intorno a una cifra di 100 mila".