"Competenze, innovazione, produttività": la mobilitazione dei lavoratori pubblici per un rinnovo di contratto che tarda ormai da quasi sette anni riparte dai territori e da una proposta per rilanciare i servizi pubblici come volano della crescita del Paese. Si comincia oggi con lo sciopero del pubblico impiego in Lombardia e si proseguirà, secondo un calendario di iniziative che riguarderà tutte le regioni italiani, fino alla fine di maggio. Oltre 10mila lavoratori sono scesi in piazza a Milano, una delegazione è intervenuta anche all’attivo unitario dei metalmeccanici di Fim, Fiom e Uilm. "Le lavoratrici e i lavoratori dei servizi pubblici dalla Lombardia - si legge in una nota sindacale - mandano un messaggio chiaro al governo: i contratti di lavoro vanno rinnovati e con risorse adeguate per riconoscere le tante professionalità, dalla sanità e dal socio-sanitario assistenziale agli enti locali, dalle funzioni centrali ai vigili del fuoco e al comparto sicurezza".
"Dopo la firma dell'intesa sui quattro comparti il Governo non ha più scuse per tenere illegittimamente bloccata la contrattazione. E deve trovare le risorse per i nuovi contratti", dicono Rossana Dettori, Giovanni Faverin, Giovanni Torluccio e Nicola Turco (segretari generali di Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e Uil-Pa)."Anche governatori e amministratori locali devono fare la loro parte - proseguono - per riorganizzare e riqualificare i servizi pubblici locali bisogna uscire dalla logica di tagli, blocchi e ridimensionamenti. Serve un percorso nuovo che coinvolga lavoratori e cittadini, che metta al centro le persone e non le leggi, che rilanci i servizi pubblici alle comunità locali. Un percorso di investimenti per liberare l'energia al servizio del paese. Iniziando dal rinnovo dei contratti".
Per i sindacati di categoria "la nostra non è solo un'altra mobilitazione per il pubblico impiego. E' una proposta che parte dal basso, dove le amministrazioni pubbliche incontrano la realtà quotidiana delle comunità e si confrontano con l'evolvere dei bisogni delle persone. E' da lì che si deve iniziare per disegnare nuovi modelli organizzativi, valorizzare le competenze, valutare il lavoro degli enti in base a criteri e obiettivi condivisi, ridistribuire a lavoratori e cittadini i frutti dell'impegno costante a migliorare".I sindacati del pubblico impiego chiedono "una contrattazione più forte anche a livello decentrato, dove occorre confrontarsi sugli aspetti specifici dell'organizzazione del lavoro, per razionalizzare la macchina amministrativa, recuperare la spesa improduttiva e trovare risorse da investire in qualità dei servizi pubblici, che vuol dire sanità, previdenza, assistenza, prevenzione, sicurezza, servizi all'occupazione e allo sviluppo. Ecco perché incalzeremo governo e politica locale con un'azione capillare e un'idea chiara: contratto subito