Non si ferma la mobilitazione dei lavoratori delle Camere di commercio che ieri sono scesi nuovamente in piazza a Roma. Una protesta organizzata da Cgil, Cisl e Uil che chiedono di cambiare la riforma del sistema camerale proposta dal governo e dicono no a dismissioni, esuberi, taglio dei contratti precari e dei salari. “L’operazione sulle Camere di commercio rappresenta l’ennesimo taglio lineare mascherato da riforma strutturale. Vale a dire meno servizi alle imprese e posti di lavoro a rischio. Mentre le tasse locali continuano a crescere perché non si fermano sprechi e cattiva gestione”, si legge nel comunicato delle sigle di categoria (Fp-Cgil Cisl-Fp e Uil-Fp).
Per i sindacati “si rischia di smantellare un sistema che grazie a 10mila lavoratori altamente qualificati sostiene le imprese, le start-up, la promozione del made in Italy. Cioè lo sviluppo economico e occupazionale dei territori. “Qual è l’obiettivo del governo? Qual è il disegno? Nessuno, solo tagli” attaccano le federazioni di categoria di Cgil Cisl e Uil, che chiedono “una vera riorganizzazione del sistema: via le sovrapposizioni con altri enti, subito nuovi standard di qualità, servizi innovativi, re-internalizzazione di funzioni e gestioni associate. E poi riduzione di poltrone e compensi per consigli e giunte camerali, taglio delle partecipate improduttive, ridisegno delle funzioni strategiche. E garanzie per non disperdere il patrimonio di competenze e professionalità che rappresentano l’eccellenza del sistema camerale”.
Nel corso delle audizioni con i gruppi parlamentari della Camera e del Senato, i segretari nazionali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl hanno chiesto modifiche profonde a “un provvedimento sbagliato che conferma i tagli alle risorse, stabiliti nel D. L. 90/2014, senza indicare i compiti e le funzioni che saranno attribuiti a quel che resterà del sistema”.
Le organizzazioni sindacali sostengono “la necessità di riorganizzare le Camere di commercio, ridisegnando il sistema, assicurando sostenibilità finanziaria, valorizzando le professionalità e innovando i servizi alle imprese”.
Secondo Cgil, Cisl e Uil “è indispensabile aprire subito un confronto vero con i lavoratori e le organizzazioni sindacali”. Al centro della proposta ribadita nel corso della manifestazione dalle tre sigle:
· l’internalizzazione dei servizi legati alle funzioni fondamentali del sistema camerale,
· la salvaguardia degli attuali livelli salariali e occupazionali, anche per il personale a tempo determinato e quello delle società in house,
· criteri condivisi per la mobilità interna ed esterna,
· piani di formazione per il personale che, nell’ambito del riordino, sarà assegnato a nuovi servizi,
· no a ulteriori tagli al diritto annuale.
“La mobilitazione dei lavoratori, hanno concluso Cgil, Cisl e Uil continuerà sino a che non saranno accolti i necessari correttivi al ddL all’esame del Parlamento”.