Domani torneranno in piazza, a Roma, i lavoratori delle Camere di commercio. Una protesta organizzata da Cgil, Cisl e Uil che chiedono di cambiare la riforma del sistema camerale proposta dal governo e dicono no a dismissioni, esuberi, taglio dei contratti precari e dei salari. “L’operazione sulle Camere di commercio rappresenta l’ennesimo taglio lineare mascherato da riforma strutturale. Vale a dire meno servizi alle imprese e posti di lavoro a rischio. Mentre le tasse locali continuano a crescere perché non si fermano sprechi e cattiva gestione”, si legge nel comunicato delle sigle di categoria (Fp-Cgil Cisl-Fp e Uil-Fp).
Per i sindacati “si rischia di smantellare un sistema che grazie a 10mila lavoratori altamente qualificati sostiene le imprese, le start-up, la promozione del made in Italy. Cioè lo sviluppo economico e occupazionale dei territori. “Qual è l’obiettivo del governo? Qual è il disegno? Nessuno, solo tagli” attaccano le federazioni di categoria di Cgil Cisl e Uil, che chiedono “una vera riorganizzazione del sistema: via le sovrapposizioni con altri enti, subito nuovi standard di qualità, servizi innovativi, re-internalizzazione di funzioni e gestioni associate. E poi riduzione di poltrone e compensi per consigli e giunte camerali, taglio delle partecipate improduttive, ridisegno delle funzioni strategiche. E garanzie per non disperdere il patrimonio di competenze e professionalità che rappresentano l’eccellenza del sistema camerale”.
Da qui la manifestazione di domani in piazza delle Cinque Lune a Roma (dalle ore 13), per “fermare una finta riforma che sta già facendo danni, con le prime dismissioni di personale nelle aziende speciali e il mancato rinnovo dei contratti a tempo. Vogliamo una riforma decisa insieme ai lavoratori: come meno enti, più servizi, più produttività e più investimento nelle competenze che servono per la crescita e lo sviluppo”.