Nell’ultimo, breve Consiglio dei ministri prima della salita al Colle, i capi delegazione del M5s Bonafede, del Pd Franceschini e di Leu Speranza hanno ribadito il loro sostegno a Conte.
Se poi questo sostegno sarà anche l’unica opzione per ognuno di questi tre partiti si capirà solo dopo i colloqui con Mattarella, davanti al quale dovranno essere messe in tavola tutte le carte, anche e soprattutto quelle rimaste finora coperte.
In realtà gli scenari che si aprono per la risoluzione della crisi sono almeno cinque.
Non necessariamente in ordine di probabilità, il primo è quello che vede Conte ancora premier con l’appoggio dei ”Responsabili”, evitando dunque di rendere essenziale l’eventuale sostegno di Italia viva. Per ora tuttavia questi responsabili non si sono manifestati: ed è indispensabile che una forza strutturata nasca nelle prossime 48 ore.
Il secondo scenario è la nascita del Conte ter dalle ceneri di quello appena caduto, con Italia Viva all’interno della coalizione ma con un riassetto corposo della squadra di governo. Certamente il presidente del Consiglio dimissionario non è la prima scelta di Iv, ma da Renzi non è arrivato finora un no al suo nome. E’ su quello di Renzi, semmai, che si divide il M5S, con l’ala ortodossa fermamente contraria a ricucire lo strappo con il Rottamatore. D'altronde alla stragrande maggioranza dei parlamentari di Pd e 5 Stelle non piace affatto l’idea dei costruttori-responsabili, intanto perché il gruppo che sta per nascere in Senato è sostanzialmente formato da chi ha già votato la fiducia la settimana scorsa; inoltre perché senza una politica chiara e definita non ci sarebbero quelle garanzie di stabilità chieste dal presidente della Repubblica.
E va anche detto che, sempre al momento, i ”piccoli” del Centrodestra non hanno alcun interesse ad aggiungersi a Pd, M5S e LeU nel momento in cui non è esclusa l’ipotesi ”esecutivo-Ursula” nella quale tutta insieme a Forza Italia potrebbero giocare un ruolo chiave.
Terzo scenario: stessa maggioranza, premier diverso. La soluzione probabilmente più gradita ai renziani. Qualora sul nome di Conte non venisse trovato l’accordo politico, il presidente della Repubblica potrebbe incaricare un esploratore, solitamente una figura di alto profilo istituzionale, per verificare un’eventuale maggioranza in Parlamento con l’obiettivo di sanare le fratture.
Il quarto scenario è il governo di larghe intese con un altro premier. È la richiesta di Forza Italia: un governo di unità nazionale per evitare le elezioni, con l’unica condizione di trovare un nuovo premier. L’idea quindi è quella di allargare quanto più possibile la maggioranza nel continuum destra-sinistra. Soluzione comunque complessa, anche perché ad osteggiarla sono proprio gli alleati Salvini e Meloni.
L’ultimo scenario è quello più temuto: il ritorno alle urne. Ma se nessuna soluzione sarà trovata, a Mattarella non resterà che sciogliere le Camere e indire elezioni anticipate.