Venerdì 22 novembre 2024, ore 6:55

Politica 

Tensione nella maggioranza, riforme a rischio 

Il tempo di valutare i dati di referendum e amministrative e le tensioni nella larga maggioranza già tornano a livelli di guardia in Parlamento. Finora Draghi e i suoi ministri sono riusciti a trovare una sintesi con i gruppi salvando vari dossier, dagli appalti alla delega fiscale. Ora serviranno diplomazia ed equilibrio per evitare le mine nascoste fra gli emendamenti. Lo ha sperimentato la guardasigilli Cartabia: Lega e Iv hanno respinto la sua richiesta di ritirare le proposte di modifica alla riforma del Csm che, dopo il fallimento del referendum, è destinata a passare sul filo e con la maggioranza spaccata. Opposizioni interne che si ripresenteranno di continuo nelle prossime settimane. Nell'esame del dl Aiuti, M5s e Leu tenteranno di scongiurare la realizzazione del termovalorizzatore a Roma. Spinosa si annuncia anche la discussione sul superbonus: M5s vuole rilanciare una misura che non piace al premier. Dopo il lungo braccio di ferro sui balneari al Senato, il ddl Concorrenza è ripartito alla Camera dove si annuncia un nuovo scontro sulle licenze dei taxi. Martedì Draghi dovrà poi presentarsi alle Camere per le comunicazioni prima del vertice europeo che riguarderà ancora una volta la guerra in Ucraina.
E con un rush finale la commissione Finanze alla Camera ha votato gli emendamenti alla delega fiscale in anticipo rispetto alla tabella di marcia iniziale. Il provvedimento, dopo il mandato al relatore Marattin (Iv), andrà in Aula a Montecitorio lunedì prossimo per poi passare all'esame del Senato.
Nella stesura del decreto legislativo di riforma del sistema tributario il Governo dovrà garantire la progressività del sistema e il rispetto del principio di equità orizzontale. La modifica è contenuta nell’articolo 1 della delega e fa parte del pacchetto di 27 riformulazioni che traducono in norme l’intesa raggiunta nella maggioranza (prima delle elezioni amministrative) sul nuovo testo della delega, dopo sette mesi di forte contrasto sulle questioni Irpef e catasto.
Intanto il Senato ha varato senza modifiche il disegno di legge delega al Governo sulla riforma degli appalti pubblici, licenziato lo scorso 24 maggio dalla Camera e che rientra fra gli impegni previsti dal Pnrr. Il provvedimento, approvato in terza lettura, è ora legge. Entro sei mesi, l’Esecutivo dovrà adottare uno o più decreti legislativi destinati a disciplinare gli appalti pubblici armonizzandoli con il diritto europeo e i princìpi espressi dalla Corte costituzionale e dalle giurisdizioni superiori, interne e sovranazionali. Tra gli elementi fondanti della delega: il sostegno alle micro e piccole imprese, favorendone la partecipazione alle gare pubbliche; e la salvaguardia dei livelli occupazionali.
Altro banco di prova è il salario minimo: la proposta del M5s è avversata da Forza Italia e dalla Lega che, in parallelo, vuole riaprire la partita sulle pensioni. Il lavoro sarà un tema dominante negli ultimi mesi di legislatura. Il taglio del cuneo è l'obiettivo del Governo che sta studiando una misura strutturale per ridare potere d'acquisto ai cittadini più colpiti dagli effetti della guerra e del caro energia. Una mossa con costi stimati non meno di 10 miliardi, che potrebbe essere avviata prima dell'estate e poi completata in autunno nella legge di bilancio. Sul salario minimo interviene il ministro del Lavoro Orlando: ”Aiuterebbe molto un accordo tra le parti sociali, le distanze non sono enormi al di là dei toni. Poi si discute in prospettiva come recepire la direttiva europea". Orlando ha ricordato la sua proposta di legare il salario minimo per ogni comparto al Trattamento economico complessivo dei contratti maggiormente rappresentativi.
Giampiero Guadagni

( 15 giugno 2022 )

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