Più nel dettaglio, il disegno di legge interviene sul sistema duale e sull'Irpef, poggiando su due pilastri: il completamento del sistema duale e quindi la distinzione tra redditi da capitale e redditi da lavoro e la riduzione delle aliquote effettive che si applicano ai redditi da lavoro. Per i redditi da capitale è prevista la tassazione proporzionale, tendenzialmente con un'aliquota uguale per tutti i redditi da capitale, ma con gradualità, con l'obiettivo è quello di razionalizzare l'attuale sistema e rendere più efficiente il mercato dei capitali.
Per i redditi da lavoro è prevista la riduzione delle aliquote effettive medie e marginali dell'Irpef incentivando così l'offerta di lavoro, in particolare nelle classi di reddito dove si concentrano i secondi percettori di reddito e i giovani. Ripensamento poi della giungla delle deduzioni-detrazioni fiscali sulla base di una valutazione attenta dell'equità e dell’efficienza. Infine, si prevede il riordino della tassazione del risparmio, facendo attenzione alla necessità di non generare spazi per l’elusione dell’imposta.
Quanto alla tassazione del reddito d'impresa, nel processo di attuazione della delega si potrà modificare la struttura delle imposte a carico delle imprese in modo da allinearla a quella tendenzialmente e gradualmente omogenea prevista per la tassazione di tutti i redditi da capitale.
Per quanto riguarda l'Iva, si stabilisce l'obiettivo di razionalizzare l’imposta, con riguardo anche ai livelli delle aliquote e alla distribuzione delle basi imponibili tra le aliquote stesse. Si mira a semplificare la gestione del tributo e a ridurre i livelli di evasione e di erosione dell'imposta.
La delega prevede anche il superamento in maniera graduale dell'Irap.
Il ddl prevede poi la sostituzione delle addizionali regionali e comunali all’Irpef con delle rispettive sovraimposte. Il nuovo sistema potrà essere disegnato al fine di garantire comunque che nel loro complesso Regioni e Comuni abbiano un gettito equivalente. Si prevede la revisione dell'attuale riparto tra Stato e comuni del gettito dei tributi sugli immobili destinati a uso produttivo, al fine, tra l'altro, di rendere l’Imu un’imposta pienamente comunale.
Nella delega anche la riforma del sistema della riscossione superando l'attuale sistema che vede una separazione tra il titolare della funzione di riscossione (Agenzia delle Entrate) e il soggetto incaricato dello svolgimento dell'attività (Agenzia delle Entrate-Riscossione).
C’è poi la spinosa questione della revisione del catasto. Viene prevista infatti l’introduzione di modifiche normative e operative dirette ad assicurare l'emersione di immobili e terreni non accatastati. Si prevede, inoltre, l'avvio di una procedura che conduca a integrare le informazioni sui fabbricati attualmente presenti nel catasto, attraverso la rilevazione per ciascuna unità immobiliare del relativo valore patrimoniale, in base, ove possibile, ai valori normali espressi dal mercato e introducendo meccanismi di adeguamento periodico. Questo intervento non ha tuttavia alcun impatto tributario.
Con la riforma del catasto, che rinvia la revisione delle rendite al 2026, ”nessuno pagherà di più o di meno”. E ogni decreto delegato su Irpef, Iva, Irap ”avrà un sistema che non intende aumentare il gettito ma diminuirlo”. Non solo: ”Il Parlamento ha già dato le sue linee guida e avrà voce in capitolo”.
Così il premier Draghi risponde allo strappo della Lega, che ha disertato il Consiglio dei ministri sulla riforma del fisco, 24 ore dopo la chiusura dei seggi per le comunali che hanno registrato per il Carroccio una sconfitta dalle proporzioni inattese. Il presidente del Consiglio non derubrica l'accaduto (”certamente è un gesto serio”), invitando Salvini a spiegazioni, anche perché ”la delega rispecchia principi condivisi dalla Lega, che aveva a sua disposizione "sufficienti elementi per valutare”. Il leader della Lega a stretto giro di posta replica che ”il testo non rispetta gli accordi”. Alla base del dissenso la riforma del catasto e il fatto che le bozze siano state inviate ai ministri ”mezz’ora prima della cabina di regia”. E mercoledì Salvini ha rincarato la dose: la riforma del catasto ”è di fatto una patrimoniale nascosta”, quindi ”non avrà mai il sì della Lega”. Sottolinea Salvini: ”Il sostegno al Governo non è in discussione se si tagliano le tasse”. Lega pronta ad uscire dal Governo? ”Se vogliono escono Letta e Conte: il Parlamento ha votato la fiducia al governo per tagliare le tasse, non per aumentarle”.
Un chiarimento potrebbe esserci, con un incontro tra Draghi e Salvini, nei prossimi giorni. Ma intanto la riforma passa: nell’esperienza ”diversa” della maggioranza Draghi, sottolinea il premier, ”l’azione di Governo prosegue senza interruzioni nonostante le diversità di vedute”.
Nel centrodestra rivendica invece il sì in Cdm alla riforma Forza Italia, che pure nei giorni precedenti aveva espresso tutta la sua contrarietà all’ipotesi di aumento delle tasse. Ma, sottolinea la Ministra Carfagna, ”il testo della delega fiscale è molto chiaro, noi lo abbiamo approvato con convinzione: c’è scritto nero su bianco che la riformulazione degli accatastamenti non può avere alcuna conseguenza sulla tassazione”.
Quello di Salvini è un gesto ”gravissimo”, dicono quasi all'unisono Enrico Letta, che convoca un vertice d'urgenza al Nazareno, e il leader del M5S Giuseppe Conte.
Anche le altre forze di maggioranza condividono l’impostazione della delega varata dal Governo che, afferma Marattin di Italia Viva, ”riprende pressoché integralmente il documento approvato a larghissima maggioranza dalle commissioni Finanze di Camera e Senato lo scorso 30 giugno”.
Fanno sentire la loro voce anche le parti sociali. Sostiene il presidente di Confindustria Bonomi: “Vogliamo una riforma organica che non sia solo Irpef ma che guardi la tassazione nel complesso sia delle persone fisiche sia delle imprese”.
Da parte sua il segretario confederale della Cisl Romani sottolinea: “L'approvazione della legge delega per la riforma del fisco è una tappa importante per rivedere complessivamente il nostro sistema fiscale”. Aggiunge Romani: “Purtroppo nessuna positiva novità viene dal fronte stanziamenti che appaiono come già annunciato esigui per una riforma complessiva. Siamo quindi perplessi per una riforma la cui gradualità potrebbe non essere coerente con l’urgenza della sua necessità”. Importante comunque che tra i principi cardine ci siano la difesa della progressività e la riduzione di evasione ed elusione. “Avremmo però voluto leggere anche un’affermazione più netta sull’utilità della leva fiscale come strumento di perequazione distributiva, visti gli squilibri a cui da tempo non viene posto argine. Il recupero dell’evasione fiscale è certamente indispensabile per l’equità ma non sarebbe sufficiente se non venisse utilizzato per sostenere una diminuzione del prelievo dai redditi di lavoratori e pensionati. Occorre chiarezza anche sulla discussa revisione del catasto che non dovrà recare ulteriore pregiudizio alle famiglie già spesso in difficoltà”. Conclude Romani: “Condividendo quanto già affermato in Nadef ci aspettiamo che il percorso della riforma, che si attuerà attraverso successivi decreti delegati, sia portato avanti con il coinvolgimento del sindacato e delle parti sociali”.
Giampiero Guadagni