Il Senato accelera sullo ius soli tra le proteste della Lega che hanno costretto addirittura il presidente Pietro Grasso ad espellere un senatore del Carroccio (scelta poi revocata) e a far portare fuori dall'Aula il capogruppo Centinaio. La ministra dell'Istruzione Paola Fedeli, spintonata, è finita addirittura in infermeria.
L'Assemblea ha infatti detto sì all'inversione dell'ordine del giorno dei lavori e incardinato lo ius soli prima del voto sulle pregiudiziali di costituzionalità del decreto vaccini.
"La politica deve prendere atto che i tempi sono ormai maturi, che dare la cittadinanza alle 'seconde generazioni' è un gesto di democrazia, di civiltà e di giustizia sociale". Così la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, in una nota che riporta l'intervento pubblicato sulla pagina Facebook del sindacato. "Ecco perché facciamo appello al senso di responsabilità di tutte le forze politiche affinché mettano da parte - sottolinea Furlan - le divisioni e diano finalmente al Paese ed ai figli d'immigrati nati e/o cresciuti in Italia il diritto di essere considerati definitivamente italiani".
Anche la Uil chiede che il Senato approvi subito il testo di legge sullo ius soli, giunto dalla Camera quasi due anni fa. "L'Italia è sempre di più fatta da questi e dai nostri ragazzi. Negare loro l'opportunità di essere riconosciuti, oltre che di sentirsi, italiani sarebbe ingiustificabile".
Per la Cgil, infine, a parlare è il segretario confederale Giuseppe Massafra, che in una nota sottolinea come “l'approvazione della legge di riforma della cittadinanza sia “un atto di civiltà che non può essere ulteriormente rimandato".
Una presa di posizione che suscita le ire del senatore Roberto Calderoli, vice Presidente del Senato e Responsabile Organizzazione e Territorio della Lega Nord. "Prendiamo atto - dice - che ormai i sindacati sono partiti, di sinistra ovviamente, che non si occupano, e non si preoccupano dei lavoratori e dei pensionati, ma degli immigrati, che ormai sono gli unici veri loro iscritti”.