Venerdì 22 novembre 2024, ore 5:44

Governo 

Draghi, il crollo dei vetultimatum

Il primo giro di consultazioni si è chiuso sabato. Il secondo ripartirà lunedì. E i numeri sono così ampi che verrebbe quasi da immaginare un Mario Draghi intento, nella pausa di riflessione domenicale, a cercare ”irresponsabili” per poter alleggerire la barca che sta prendendo il largo.
Dalla Lega a Liberi e uguali sembra infatti essere questo il vastissimo perimetro della maggioranza su cui potrà contare il premier incaricato per l’azione del suo governo. Fuori resta solo Fratelli d’Italia, che intende assumere il ruolo di “sentinella”.
Ci sono poi i malumori della sinistra che non vuole stare al governo con il Carroccio.
Ma soprattutto resta alta la tensione interna al M5S, dove l’ala ortodossa di Di Battista sembra davvero sul piede di guerra. Tanto che a Roma è sceso persino l’Elevato: è stato infatti Beppe Grillo il capo delegazione nell’incontro di sabato mattina con l’ex presidente della Bce. La posizione del vertice è: “Noi ci saremo con lealtà, ma serve una maggioranza politica solida”, questione anticipata giovedì scorso da Conte al tavolino di Piazza Colonna: il governo deve essere politico. Ma, va detto, il Movimento 5 Stelle, che ha sempre definito Renzi l’uomo dei penultimatum, è ormai la forza politica dei “penultivetum”. Dopo aver detto “con loro mai”, ha governato prima con i nemici della Lega, poi con quelli del Pd; poi ancora aveva deciso di riaccogliere Renzi; in queste ore ha già metabolizzato la coesistenza con Berlusconi; domani sarà pronta a dire sì all’esecutivo tecnico-politico che sembra essere la prima scelta di Draghi (con il quale dovrebbero avere esaurito la lista degli ex nemici per sempre). La questione interna potrebbe essere risolta con il voto degli iscritti sulla piattaforma Rousseau.
È comunque davvero improbabile la scena di un Draghi costretto a trattative estenuanti su ogni casella ministeriale. L’ipotesi prevalente è che affiderà a tecnici di grande prestigio i ministeri più importanti di spesa (Economia, Attività produttive, Infrastrutture) e quello delicatissimo della Giustizia. E chiederà l’ingresso di rappresentanti autorevoli dei partiti che lo sosterranno.
Italia viva, con il suo leader Renzi, garantisce sostegno a Draghi ”indipendentemente da quanti ministri tecnici e politici ci saranno”. Il Partito democratico non fa barricate, ma lavora anche alla salvaguardia dell’alleanza giallorossa.
Sul fronte del centrodestra, dopo il sì di Forza Italia e il no di Fratelli d’Italia (che potrebbe però tradursi in astensione), la Lega ha dato a Draghi la sua disponibilità senza all’apparenza porre condizioni. Salvini ha ricordato i temi cari al suo partito, ma ha aggiunto “ciascuno deve rinunciare ad un pezzo di priorità per fare un tratto di strada che, non sarà lungo, insieme”. E anche da queste parti va segnalata la conversione all'ex presidente Bce di inossidabili No euro come Borghi e Bagnai.
Insomma, dopo i primissimi e più forti distinguo, motivati dalla necessità di spiegare ai rispettivi elettorati una scelta difficile, le forze politiche stanno sostanzialmente raccogliendo il drammatico appello lanciato da Mattarella la sera del tramonto dell’ipotesi di Conte ter. L’ urgenza di far nascere un governo senza colore politico è confermata dalla ritrovata credibilità dell’Italia in Europa e non solo. E cosa che non guasta dall’esultanza dei mercati, con lo spread ormai sotto quota 100. Un calo che si traduce in una risparmio teorico di quasi 1 miliardo per le casse dello Stato quest’anno, secondo le stime dell’'Osservatorio sui conti pubblici.
Una boccata d’ossigeno anche rispetto ai delicati dossier economici sul tavolo di Draghi, che saranno affrontati lunedì nell’incontro che il premier incaricato avrà con le parti sociali. Cgil Cisl e Uil si sono dichiarate pronte al confronto con le proprie proposte, che tengono conto della doppia emergenza, sanitaria e sociale.
La questione più urgente è la scadenza di fine marzo per il blocco dei licenziamenti, citata anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella poco prima di affidare l’incarico per formare il governo all’ex presidente della Bce. Il governo uscente già aveva aperto a una possibile proroga, anche se mirata ai settori in difficoltà, accompagnata da nuove settimane di Cig Covid.
Al centro del confronto naturalmente anche il Recovery plan: i sindacati chiedono il coinvolgimento delle parti sociali nella governance. Intanto c’è la prova del decreto Ristori. Il pacchetto di nuovi aiuti potrà sfruttare i 32 miliardi di extradeficit già autorizzati dalle Camere come ultimo atto prima della caduta di Conte, e potrebbe trasformarsi nel primo decreto legge del nuovo governo Draghi.
Giampiero Guadagni
 

( 5 febbraio 2021 )

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