Le due riforme incrociano di nuovo in Senato i loro percorsi: la prima sostenuta dalla Lega, che vuole portare a casa maggiore autonomia regionale; la seconda da Fratelli d'Italia che punta all'elezione diretta del premier. Le opposizioni su questa sorta di staffetta continuano a parlare di indecente baratto tra i due partiti. ”Per ottenere l'elezione diretta del presidente del Consiglio, Meloni accetta di votare l'autonomia differenziata della Lega che sfascia il Paese”, accusa il capogruppo del Pd Boccia; gli fanno eco i Cinqustelle: ”Un disastro per la Sanità, una bomba che spaccherà il Paese”. Borghi capogruppo Iv, parla di ”un patto leonino, l'autonomia differenziata deve procedere come pegno da pagarsi al partito del vicepremier Salvini”. La preoccupazione di cristallizzare senza migliorare un'Italia che ha già due velocità serpeggia anche nel centrodestra. tanto che l'azzurro Gasparri assicura: ”Forza Italia garantisce il Sud. La riforma andrà avanti e tutti i livelli di assistenza dovranno essere garantiti per evitare che ci siano Regioni di serie A e B”. Per appianare gli attriti prima di arrivare in Aula è necessario un vertice di maggioranza con il ministro Calderoli, il padre di questa riforma, che alla fine benedice i due emendamenti di modifica FdI con i quali si chiede che una volta che verrà approvato il provvedimento con i Lep, le risorse verranno aumentate anche per le altre Regioni che non hanno chiesto l'Autonomia. E ciò"al fine di scongiurare disparità di trattamento.
L'approdo nell'aula del Senato per l'esame in prima lettura del disegno di legge sull'autonomia differenziata rappresenta soltanto il primo passaggio di una riforma costituzionale complessa e delicata, che richiede un dibattito quanto più possibile ampio e partecipato, anche dalle forze sociali. Il segretario confederale della Cisl Ganga osserva che ”in via prioritaria qualunque processo di riforma deve rafforzare e non indebolire la coesione nazionale assicurando in tal modo diritti di cittadinanza e opportunità in ogni realtà del Paese. Ribadiamo quindi la nostra disponibilità ad un confronto aperto e costruttivo con il Governo e con il Parlamento, per apportare modifiche migliorative al testo attualmente in discussione”. In tal senso ”è opportuno approfittare della finestra temporale offerta dal decreto Milleproroghe, che sposta in avanti di un anno il termine per la definizione dei livelli essenziali della prestazioni, passaggio questo che la Cisl ritiene essenziale per l'attuazione di questa importante riforma. Assicurare livelli uniformi di prestazioni sull'intero territorio nazionale, definiti in base a costi e fabbisogni standard, infatti, è la premessa necessaria per garantire solidarietà e perequazione tra i territori, e tenuta unitaria al nostro sistema istituzionale e democratico”.
Giampiero Guadagni