Circa 6 milioni di pensionati (5.962.650), il 38%, quasi un italiano su quattro, percepiscono assegni lordi mensili sotto i mille euro. E' quanto emerge dal rapporto annuale dell'Inps, presentato oggi alla Camera, dal presidente Tito Boeri. Rispetto al 2014 la percentuale di chi ha un reddito da pensione inferiore ai mille euro è calata, era del 40,3% pari a circa 6,5 milioni di pensionati. Ma il problema resta. “I dati diffusi dall'Inps confermano come sia necessario mantenere aperta una riflessione sull'adeguatezza dei trattamenti pensionistici presenti e futuri”, avverte il segretario confederale della Cisl, Maurizio Petriccioli. Dati che per il sindacalista “fotografano un Paese che, a fronte dell'invecchiamento progressivo della popolazione, rischia di impoverirsi sempre di più, perché le pensioni svolgono un ruolo essenziale nel mantenimento della coesione sociale e nel sostegno alla domanda interna. Per questo, accanto al tema del necessario ripristino della flessibilità nell'accesso al pensionamento, nel confronto aperto con il Governo sulla riforma previdenziale, occorre affrontare la questione dell'adeguatezza dei trattamenti pensionistici in essere e di quelli futuri. Per quanto riguarda le pensioni in essere occorre lavorare alla individuazione di un nuovo meccanismo di perequazione, completare la equiparazione della no tax area dei pensionati al livello di quella dei lavoratori dipendenti e sostenere i trattamenti pensionistici tramite la riduzione del carico fiscale. Le pensioni future si rafforzano, invece, consentendo ai giovani di entrare prima nel mercato del lavoro, sostenendo la continuità del versamento dei contributi previdenziali nel tempo, anche valorizzando più efficacemente la genitorialità ed il lavoro di cura e sviluppando la previdenza complementare”, ha concluso Petriccioli,
“Mettere fine alla grave situazione di difficolta che vivono i pensionati attraverso interventi urgenti.” E’ questa la richiesta del segretario generale della Cisl Pensionati, Gigi Bonfanti, alla luce dei dati diffusi oggi dall’Inps. “Di fronte alle pensioni già inadeguate che vengono erogate attualmente, ci troviamo di fronte ad una situazione nella quale la popolazione di domani sarà sempre più anziana, e questo non può non farci riflettere sulla necessità di intervenire per assicurare trattamenti pensionistici che possano far fronte alle esigenze future. E’ per questi motivi – continua il segretario generale della Fnp Cisl - che ci auguriamo che il confronto aperto con il Governo possa portare a risultati positivi sul fronte della riduzione del carico fiscale delle pensioni e sulla loro rivalutazione, ma anche per quanto riguarda il problema delle tante persone non autosufficienti, destinate ad aumentare nei prossimi 60 anni, passando da un quinto a un terzo della popolazione e che, secondo le stime Inps, attualmente trovano assistenza pubblica solo per il 45%”.
PoI i dati sul lavoro. “Occupazione in aumento, soprattutto quella stabile, Cassa integrazione che si riduce, licenziamenti in calo, al contrario di quanto qualcuno temeva a seguito del forte ridimensionamento del perimetro di azione dell’art.18: il rapporto annuale dell’Inps ci restituisce la fotografia di un mercato del lavoro che reagisce positivamente agli stimoli combinati dei primi segni della ripresa economica e della normativa del Jobs Act e dello sgravio alle assunzioni”. Lo dice in una nota il segretario confederale Cisl Gigi Petteni. “Ma dobbiamo fare tutti attenzione a non sopravvalutare questi risultati – sottolinea - i numeri infatti non devono nascondere le criticità. Da una parte, alcuni dati dei primi mesi del 2016 hanno andamento altalenante o ambiguo, basti citare le ore di cassa integrazione o l’aumento del gap di genere e soprattutto la crescita a dismisura dei voucher. Dall’altra non si può pensare che duri all’infinito la singolare situazione verificatasi nel 2015 di una crescita degli occupati a tempo indeterminato superiore alla crescita del Pil. Gli stimoli legislativi, seppur utili, non possono produrre risultati occupazionali oltre un certo livello, ora è il momento di interventi che accelerino la ripresa economica”. “Ciò non toglie - conclude - che ci attendiamo risultati in tempi stretti dal tavolo aperto con il Governo: va ristretto il campo di applicazione dei voucher, riportandoli alle attività realmente occasionali, e va portata a termine in fretta l’ultima parte del Jobs Act, quella relativa alle politiche attive, colpevolmente trascurate nella fase attuativa, cosa che non è più accettabile. La nuova Anpal, l’agenzia per le politiche attive, deve iniziare ad operare per la ricollocazione dei tanti disoccupati che, nonostante la ripresa occupazionale in corso, la crisi ha lasciato sul campo, e realizzare quella transizione da lavoro a lavoro ancora molto difficile in Italia”.
(Approfondimento domani su Conquiste Tabloid)