Venerdì 3 maggio 2024, ore 23:04

Edilizia

Le costruzioni frenano, la stretta sui bonus comincia a farsi sentire

Il mercato delle costruzioni subisce qualche rallentamento a inizio anno, dopo una cavalcata lunga un biennio. Una cavalcata sostenuta, e anche un po’ dopata, dal superbonus 110%, i cui effetti sui conti, ribadisce l’Ufficio parlamentare di bilancio, sono nefasti e lo saranno ancora per anni. 
In generale, come detto, le costruzioni rallentano la propria crescita. A febbraio 2024, rileva l'Istat, l'indice destagionalizzato della produzione diminuisce del 3,9% rispetto a gennaio, registrando una flessione dopo quattro rialzi consecutivi. Su base tendenziale, l'indice grezzo registra un incremento del 10,2%, mentre l'indice corretto per gli effetti di calendario cresce del 5,9% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 21 contro i 20 di febbraio 2023). 
Nella media del trimestre dicembre 2023 - febbraio 2024, la produzione nelle costruzioni aumenta invece del 3,6%, nel confronto con il trimestre precedente. Nella media dei primi due mesi del 2024, l'indice grezzo aumenta del 13,6%, mentre l'indice corretto per gli effetti di calendario cresce del 9,4%. 
Nonostante la flessione di febbraio 2024, commenta l'Istituto di statistica, i livelli produttivi rimangono elevati e nella media degli ultimi tre mesi la crescita resta robusta”. Anche nella serie corretta per gli effetti di calendario, secondo Istat, “la crescita tendenziale rimane sostenuta, seppure in deciso rallentamento rispetto ai periodi precedenti”. 
Le costruzioni, dunque, tengono ma la crescita esponenziale legata al superbonus, resta ormai un miraggio. D’altronde, si tratta di un livello insostenibile per le casse statali. Come sottolinea l’Upb nella memoria sul dl all'esame del Senato, il superbonus e bonus facciate e, in misura minore, gli incentivi di Transizione 4.0, “hanno inciso marcatamente sui conti pubblici lasciando anche una pesante eredità sul futuro, con una differenza tra i risultati e le attese, macroscopica nel caso del Superbonus” e che “non ha precedenti”, soprattutto per l'ampliamento degli obiettivi e le ripetute proroghe. Al primo marzo 2024 l'ammontare del Superbonus nel periodo 2020-23 è stato pari a circa 170 miliardi, si legge. Quanto rilevato in termini di competenza economica nel quadriennio 2020-23 inciderà, a livello di debito, soprattutto sul triennio 2024-26: a un impatto in media annua pari allo 0,5% del Pil nel triennio 2021-23, seguirà un onere più elevato pari a circa l'1,8% in quello successivo. 
L'esplosione dei costi del Superbonus, sottolinea Upb, “spinge a ripensare le agevolazioni”, ipotizzando in primo luogo un'aliquota tale “da incentivare un comportamento meritevole” senza porre la spesa “a totale carico dello Stato”. L’Ufficio parlamentare suggerisce che, in futuro, le agevolazioni siano selettive “con riguardo sia alle attività incentivate sia ai beneficiari”, e che siano sottoposte “ad autorizzazioni preventive” senza automatismi”.
Altro “consiglio” dell’Upb è quello di sostituire l'attuale agevolazione “con un trasferimento monetario (un contributo diretto alla spesa), modulato in base alla condizione economica del nucleo familiare e alla classe energetica dell'edificio, sottoposto ad autorizzazioni preventive e soggetto a un limite di spesa, o con prestiti agevolati”. I bonus, dunque, devono andare prioritariamente a chi ne ha più  bisogno.
Ilaria Storti

( 19 aprile 2024 )

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