Il sistema dell’asilo in Italia e in Europa è a rischio implosione. È sempre più precario e contraddittorio. Ma anche sempre più necessario, se consideriamo che negli ultimi dieci anni il numero dei rifugiati è raddoppiato. È un quadro preoccupante quello che emerge dal Report 2022 sul Diritto d'asilo della Fondazione Migrantes, organismo pastorale della Cei. “L’anno che sta per concludersi - sottolinea il rapporto - sarà ricordato come quello in cui sono definitivamente esplose tutte le contraddizioni e i nodi irrisolti che hanno caratterizzato lo sviluppo del nostro sistema di accoglienza. Ne emergono, in sintesi, una precisa tensione politica e una lampante inerzia organizzativa: l'esito è una costante e crescente precarizzazione del diritto all'accoglienza e con essa dello stesso diritto d'asilo”. Nel primo semestre dell’anno, secondo il report, il sistema nazionale si è scomposto e frammentato “al cospetto della più grande emergenza immigratoria della sua storia ventennale: il flusso dei rifugiati ucraini in fuga dalla guerra. La contraddizione aperta dal cosiddetto “sistema binario”, secondo Migrantes, “si è aggravata mostrando il proliferare di sottosistemi dedicati, delineando un quadro preoccupante in termini di mancata equità e un sistema inaccessibile al migrante senza mediazione”.
Ma la crescita dei flussi di rifugiati, al di là del boom di quest’anno collegato alla guerra in Europa, è un trend ormai costante. L’Europa non ha soluzione e continua ad alzare muri. Nel 2022, sottolinea il rapporto, l’Ue “ha fatto di tutto per tenere fuori dai propri confini” persone provenienti da altri Paesi. È avvenuto dalla Grecia a tutti i Balcani, dalla Libia alla frontiera con la Bielorussia, dalle enclave spagnole sulla costa africana alle acque del Mediterraneo e dell'Atlantico sulla rotta delle Canarie fino all'ultima “novità” dell’anno, i moli dei porti italiani. Secondo la Cei, c’è un “pericoloso doppio standard” in materia di asilo: “solidali con gli ucraini e discriminanti e in violazione dei diritti umani e delle convenzioni internazionali con altri”.
In ogni caso, anche nei confronti dei rifugiati ucraini il sistema ha retto solo grazie alla “generosa auto-accoglienza messa in atto dalla comunità ucraina, con la collaborazione di tanti privati cittadini italiani”. Solo questo, secondo il report, “ha salvato un sistema di accoglienza ristretto e limitato”: le 171.500 persone arrivate dall'Ucraina surclassano del 72% la totalità dei rifugiati e richiedenti asilo di tutte le provenienze ospitati nel sistema pubblico alla fine di settembre. Ucraini a parte, nel 2022, per quanto riguarda gli arrivi via mare, c’è stato un netto aumento di rifugiati afghani e siriani.
In generale, come detto, l’emergenza rifugiati si sta gonfiando ormai da anni. Nel mondo ci sono 103 milioni in questa condizione. È una cifra record senza precedenti, pari ad 1 abitante su 77, più del doppio di 10 anni fa (1 abitante su 167). Nel 2022, ribadisce la Cei, l’Europa ha dimostrato di poter accogliere oltre 4,4 milioni di profughi ucraini che hanno ottenuto la protezione temporanea, senza perdere nulla in termini di sicurezza e benessere. Nel 2022, però, l'Ue “ha fatto di tutto per tenere fuori dai propri confini poche decine di migliaia di persone bisognose di protezione provenienti da altre rotte ed altri Paesi”.
Ilaria Storti