Lunedì 1 luglio 2024, ore 1:17

Brindisi 

Von der leyen: G7 unito contro le maxi-esportazioni della Cina 

Ad un G7 storico, che ha visto per la prima volta nella storia la partecipazione di un Papa, dopo le scaramucce post elezioni europee tra il premier Meloni e il presidente francese Macron si è tornati con i piedi per terra. Argomento del periodo, lo stesso: la Cina. "Sono lieta che concordiamo di lavorare su una valutazione condivisa delle sovraccapacità della Cina", ha esordito timidamente la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, durante la sessione sulla sicurezza economica del G7 a Borgo Egnazia.

"Nonostante le smentite, la Cina produce più di tutti i Paesi del G7 messi insieme", ha ricordato von der Leyen, evidenziando che la strategia industriale di Pechino è sempre più focalizzata sulla spinta dell'export e questo ha ricadute sempre più preoccupanti per il resto del mondo. "Come G7 abbiamo interesse a garantire che i mercati mondiali operino in modo equo, senza distorsioni". L’obiettivo deve essere quello di creare una leva per convincere la Cina ad impegnarsi. Senza questa influenza, la Cina semplicemente "ignora le nostre richieste di parità di condizioni", ha spiegato la presidente della Commissione europea. "Non stiamo chiudendo il nostro mercato; accogliamo con favore la concorrenza, purché sia basata su condizioni eque", ha aggiunto von der Leyen , facendo riferimento al recente annuncio sui dazi Ue sui veicoli elettrici cinesi.

Ma è l'uomo che deve sempre decidere, non le macchine, è stato l'appello del Papa ai Grandi del G7. "Di fronte ai prodigi delle macchine, che sembrano saper scegliere in maniera indipendente, dobbiamo aver ben chiaro che all'essere umano deve sempre rimanere la decisione, anche con i toni drammatici e urgenti con cui a volte questa si presenta nella nostra vita.Condanneremmo l'umanità a un futuro senza speranza, se sottraessimo alle persone la capacità di decidere su loro stesse e sulla loro vita condannandole a dipendere dalle scelte delle macchine", il monito di Papa Francesco

In precedenza il mattatore era stato il presidente dell’Ucraina. Volodymyr Zelensky si aspettava decisioni importanti al G7 in Puglia, e così è stato. Il summit di Borgo Egnazia, che ha accolto il leader ucraino nella prima giornata dei lavori, ha rinnovato il patto per il sostegno politico, militare ed economico all'Ucraina senza incertezze, nonostante i quasi due anni e mezzo di guerra. Gli Stati Uniti, sponsor principale di Kiev, questo sostegno lo hanno blindato, con un ambizioso accordo di sicurezza decennale, firmato a Joe Biden e Zelensky. Anche gli europei hanno fatto la loro parte, di sostanza: dicendo sì ad un prestito da 50 miliardi per finanziare la resistenza del Paese invaso, utilizzando come garanzia i profitti degli asset russi congelati nei loro istituti. L'abbraccio con la premier italiana ha inaugurato la missione in Puglia di Zelensky, preparata con l'obiettivo di tenere il dossier ucraino in cima all'agenda dei suoi principali alleati. Con cui, ha riferito lui stesso, sono stati discussi i prossimi passi nella nostra cooperazione in materia di difesa, il nuovo pacchetto di aiuti militari che l'Italia fornirà ed il rafforzamento del sistema di difesa aerea: ossia, il nuovo dispositivo Samp-t che sarà messo a disposizione di Kiev. I nuovi aiuti militari saranno anche il piatto forte del nuovo accordo di sicurezza Washington-Kiev.

In particolare gli Usa riconoscono per la sicurezza dell'Ucraina può essere garantita dotandola di una forza militare significativa, capacità solide e investimenti sostenuti nella sua base industriale di difesa che siano coerenti con gli standard della Nato. E l'impegno americano in questa direzione sarà sostanziale per i prossimi dieci anni. Altro dossier chiave in Puglia per il sostegno all'Ucraina era quello relativo ai beni russi congelati nelle banche occidentali. Il confronto tra i partner G7 ha richiesto lunghe settimane di lavoro degli sherpa, perché alle pressioni Usa gli europei hanno opposto dubbi di carattere tecnico-giuridico e di opportunità. Lo schema è quello di concedere un sostegno finanziario aggiuntivo all'Ucraina di circa 50 miliardi di dollari entro fine anno con un sistema di prestiti, garantiti dai proventi dei beni russi congelati. "Non si tratta di una confisca ma di profitti che maturano", ha chiarito Meloni, dicendosi comunque fiera per un risultato non scontato.

A Borgo Egnazia ampio spazio anche per l'altro fronte di guerra. I sette grandi hanno ribadito il sostegno al piano Biden in tre fasi che prevede innanzitutto un cessate il fuoco di sei settimane a Gaza per favorire il rilascio degli ostaggi. Infine una buona notizia: verso il decollo l'operazione Ita-Lufthansa. La Commissione europea è pronta a dare il via libera alle nozze tra le due compagnie, salvo imprevisti dell'ultimo minuto, in via informale già nei prossimi giorni. Che erano stati fatti passi in avanti con l'Ue era trapelato già alla vigilia del G7 dove sono impegnati, fra gli altri, la premier Giorgia Meloni e il cancelliere tedesco Olaf Scholz.

Le posizioni dell'Ue e di Lufthansa si erano avvicinate anche sull'ultimo nodo da sciogliere, ossia la tutela della concorrenza sui voli a lungo raggio da Fiumicino verso destinazioni del Nord America. Tutte garanzie che sembrano aver convinto l'Antitrust Ue, guidata da Margrethe Vestager. L'ok finale della Commissione è atteso entro il 4 luglio. Poi, secondo quanto si apprende, ci vorranno ancora un paio di mesi per arrivare al closing, ossia al contratto definitivo, tra le due compagnie che porterà Ita nella galassia Lufthansa.

Rodolfo Ricci

( 14 giugno 2024 )

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