Torna a infiammarsi la partita sull'energia, con il petrolio che supera gli 80 dollari al barile e il gas che sfonda quota 50 euro al Megawattora. Quanto basta per riaccendere rischi di spirali inflazionistiche fuori controllo e recessione economica globale. Il taglio della produzione di greggio di oltre un milione di barili al giorno deciso a sorpresa dall'Opec+ scombina le carte in tavola e vanifica sforzi e contromisure per calmierare i prezzi energetici dopo il rally innescato dalle sanzioni alla Russia. Ma soprattutto crea altri grattacapi alle banche centrali che già fanno i conti con i contraccolpi 'indesiderati' del processo di rialzo dei tassi, per contrastare un'inflazione difficile da domare. L'effetto domino è già partito: la prospettiva di un inasprimento monetario aggressivo ha fatto salire i rendimenti dei titoli di Stato, a partire dai Treasury, fino al nostro Btp.
L'Arabia Saudita ha giustificato il taglio delle quote come "misura precauzionale per salvaguardare la stabilità del mercato del petrolio". Ma Europa e Usa non nascondono irritazione, a conferma di quanto la partita sul petrolio sia molto politica con le annose tensioni tra Arabia Saudita e Stati Uniti, mentre alla Russia fa gioco il pressing dell'energia sul 'blocco nemico' Europa-Usa. Il Cremlino incarica il portavoce Dmitry Peskov di assicurare che i tagli alla produzione petrolifera sono "nell'interesse dei mercati globali dell'energia". Ma Bruxelles non ci sta e il commissario europeo per il mercato interno, Thierry Breton, contesta all'Opec di giocare sui prezzi. "Quelli che controllano i combustibili fossili stanno giocando - dichiara - vedono che i prezzi stanno scendendo perché la domanda sta diminuendo, e allora producono di meno per aumentare i prezzi". E per questo è urgente muoversi verso l'autonomia energetica, anche con il nucleare e accelerare la decarbonizzazione.
La Casa Bianca accusa l'Opec+, guidata dai sauditi, di aver preso una decisione sconsiderata, lasciando intendere di essere pronta a rimettere mano alle riserve strategiche. Per Kristin Smith Diwan dell'Arab Gulf State Instititute di Washington "la tolleranza americana per questa mentalità saudita è certamente messa più alla prova in una situazione geopolitica in cui i prezzi più alti giocano a favore dei russi e la posizione politica saudita si allinea maggiormente con i concorrenti strategici statunitensi". Equilibri e assetti andranno riconsiderati. L'Europa cerca di accelerare le manovre per non rimanere ostaggio della speculazione dei mercati con tutto il sottotesto di ricatti di ordine geopolitico e sfide incrociate nelle relazioni internazionali.
E proprio per "maggiore trasparenza" contro le speculazioni, l'Agenzia Ue per la cooperazione tra i regolatori dell'energia (Acer) ha lanciato il nuovo indice di rifermento giornaliero per il valore del gas naturale liquefatto (Gnl). Un benchmark alternativo al Ttf di Amsterdam che include anche il price cap, adottato nel dicembre scorso dopo lunghe trattative.
Rodolfo Ricci