Sorpresa! L’economia americana nel secondo trimestre è cresciuta del 2,8%, oltre le attese degli analisti che scommettevano su un +2,0%. Nel primo trimestre il pil era cresciuto dell’1,4%. La stima del Pil pubblicata ieri si basa su dati di partenza incompleti o soggetti a ulteriori revisioni da parte dell’agenzia di provenienza. La seconda stima per il secondo trimestre, basata su dati di partenza più completi, sarà pubblicata il 29 agosto 2024. Il dato Pce sull’inflazione negli Stati Uniti è aumentato, sempre nel secondo trimestre del 2024, al tasso annualizzato del 2,6%, in base alla lettura preliminare del Pil statunitense, dopo il 3,4% del primo trimestre. Il dato ’core’, quello depurato dai prezzi energetici e dei prodotti alimentari, è cresciuto del 2,9%, contro attese per un 2,7%, dopo il 3,7% del primo trimestre.
Componendo i dati della prima metà dell’anno, si ottiene una crescita di oltre il 4,2% che proiettata sul resto dell’anno conferma lo stato di salute ottimo dell’economia americana. Scampati quindi tutti i rischi di recessione dovuti all’aumento dei tassi di interesse per controllare l’inflazione.
Si va verso l’atterraggio morbido che la Fed cerca da mesi. I nuovi dati potrebbero avere un effetto anche sulla campagna elettorale in corso. Anche se da settimane i democratici hanno abbandonato la retorica celebrativa dei risultati economici del Paese, la forte crescita rimane uno dei migliori risultati della presidenza uscente, che sarà probabilmente rappresentata prprio dalla vicepresidente Kamala Harris dopo il ritiro di Joe Biden. Però, una crescita economica oltre le aspettative potrebbe però non garantire un taglio dei tassi di interesse a settembre, come molti analisti prevedono e sperano. La Fed, vista la salute delle strutture produttive, potrebbe infatti ritardare ulteriormente la decisione per non riscaldare l’inflazione, che non è ancora completamente sotto controllo anche a causa proprio dell’aumento della ricchezza complessiva. Anche per questa ragione Wall Street è rimasta particolarmente fredda a questi risultati. I principali indici si smuovono di poco dalla parità, dopo un’apertura che vedeva addirittura un lieve calo sotto lo zero, verso il territorio della perdita.
Le ragioni di questi risultati deludenti dei titoli però hanno radici diverse: il 24 luglio infatti è stato il giorno della pubblicazione dei dati trimestrali delle grandi aziende tecnologiche e praticamente ognuna delle "Magnifiche 7" ha deluso le aspettative. Pesa soprattutto la diffidenza di alcuni grandi investitori, tra cui la banca Goldman Sachs, nei confronti dell’intelligenza artificiale. L’idea che si sta diffondendo è quella che le infrastrutture necessarie al funzionamento di questa tecnologia abbiano costi troppo alti che difficilmente sarebbero recuperati con la sostituzione di lavoratori a reddito relativamente basso. L’IA, come sottolineato da un documento della grande banca di investimenti americana, non risolve grandi problemi. Contemporaneamente, il Dipartimento del Lavoro ha riportato un calo delle richieste di disoccupazione settimanali per la settimana terminata il 20 luglio. Le richieste iniziali sono scese da 245.000 a 235.000, al di sotto delle previsioni che prevedevano un calo a 238.000 unità. La media di quattro settimane delle richieste settimanali di disoccupazione - che attenua la volatilità da una settimana all’altra - è rimasta sostanzialmente stabile.
Tutti questi dati saranno esaminati, come già detto, attentamente dalla Fed, in quanto la banca centrale Usa sta cercando di sbloccare i tassi congelati, che attualmente si trovano in una fascia obiettivo compresa tra il 5,25% e il 5,50%, i livelli più alti degli ultimi 23 anni. La settimana prossime la Fed potrebbe fornire indicazioni sulle sue prossime mosse: gli analisti sperano in un taglio a settembre, ma è probabile che la banca centrale non riduca il costo del denaro fino a novembre, quando si riunirà dopo le elezioni.
Bret Kenwell, US investment analyst di eToro, commentando il dato della crescita, ha spiegato: "Dopo un rapporto sul Pil del primo trimestre più debole del previsto, un risultato forte nel secondo trimestre era esattamente quello che gli investitori volevano vedere. Anche se questo dato sarà soggetto a revisioni, è stato un rassicurante sospiro di sollievo vedere un risultato migliore del previsto, che potrebbe aumentare le probabilità che la Fed possa ottenere un atterraggio morbido, dopo tutto".
David Pascucci, analista dei Mercati per XTB , ha spiegato a questo proposito: "Al momento le aspettative di un taglio tassi a luglio sono ovviamente basse, anche se un taglio sarebbe doveroso vista la tendenza del tasso di disoccupazione per il lungo periodo, considerazione che trova concorde l’ex governatore della Fed di New York, Bill Dudley il quale spinge per un taglio dei tassi immediato".
Rodolfo Ricci