Giovedì 30 gennaio 2025, ore 19:49

Bruxelles 

Ue, roadmap sulla competitività: il Piano di rilancio e semplificazione 

La Commissione europea punta al prossimo quadro pluriennale per l'annunciato Fondo per la competitività. Arriva dunque il piano d'azione Ue sulla Competitività, la 'bussola' dalla Commissione von der Leyen per mettere a terra i risultati dei rapporti Draghi e Letta. Si è ampliato il divario tra Ue e Usa, è la diagnosi, nella produttività, mentre è rallentata la convergenza sull'innovazione dove la Cina ha recuperato terreno e sta vincendo la corsa su alcune tecnologie verdi. "In un sistema globale in cui le tensioni geopolitiche, la competizione per la supremazia tecnologica e la lotta per il controllo delle risorse sono in aumento, la libertà, la sicurezza e l'autonomia dell'Europa dipendono più che mai dalla sua capacità di innovare, competere e crescere".

La strategia della presidente della Commissione europea è attesa alla prova dei fatti ma le premesse sono di inversione di marcia sotto ogni punto di vista. Si tratta del documento programmatico a cui poi seguiranno i singoli provvedimenti utili a rimettere mano al Green Deal nel nome della "semplificazione", vale a dire di una deregolamentazione a misura di imprese con le incognite del caso. Il 26 febbraio verranno svelate poi il Clean Industrial deal, la strategia per un’industria sostenibile e il pacchetto omnibus. In quest’ultimo provvedimento verranno indicati tutti gli interventi volti a condurre quella semplificazione senza precedenti che von der Leyen vuole per rilanciare la competitività europea. Una risposta a quanto, dalla politica alle imprese, hanno chiesto di rendere l’agenda di sostenibilità più praticabile.

E’ von der Leyen che fa marcia indietro, che sconfessa, in parte, il suo primo mandato. La semplificazione di vasta portata si ravvede necessaria nei campi della rendicontazione sostenibile, prima legge Omnibus includerà una semplificazione di vasta portata nei campi della rendicontazione finanziaria sostenibile e sulla cosiddetta ‘due diligence’, vale a dire la dovuta attenzione che serve prima di stipulare contratti o intraprendere attività economiche. Si allargano dunque le maglie a possibili azioni che rischiano di sconfessare gli impegni di sostenibilità. Meno attenzione all’ambiente in cambio di accelerazione economica.

Von der Leyen però è decisa ad andare avanti. Il suo cambio di passo è iniziato già prima delle elezioni, quando ha promesso, e concesso, al mondo agricolo compensazioni e ammorbidimenti nelle politiche Ue. Ora è la volta di rispondere al settore secondario, a cui farà seguito immediatamente dopo il tavolo speciale per l’automotive da cui potrebbero scaturire cambi di orientamento sullo stop al motore tradizionale e multe alle imprese che non rispettano i target anti-emissioni di CO2. Si voleva imporre il Green Deal all’industria, ora si impone l’industria al Green Deal. In un contesto di questo tipo difficile immaginare un ridimensionamento delle ambizioni e delle intenzioni. Il lavoro non si concluderà in queste settimane.

Von der Leyen vorrebbe dare un seguito alle sue promesse a misura d’impresa con l’istituzione di uno speciale fondo per la competitività nel prossimo bilancio pluriennale (Mff 2028-2034), la cui approvazione e, soprattutto, la cui dotazione finanziario sono rimessi ai negoziati inter-istituzionali che verranno. Una cosa sembra certa: la creazione di corsie preferenziali nel campo del clean-tech. Per progetti in questo ambito finanziamenti e appalti potranno e dovranno avere priorità in termini di assegnazione e approvazioni.

Rodolfo Ricci

( 29 gennaio 2025 )

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