Calcio di inizio a Bruxelles per la riforma del patto di Stabilità e Crescita, a un quarto di secolo dall'adozione della governance economica europea e a trent'anni dalla definizione dei parametri di Maastricht. L'idea della prima proposta della Commissione è mettere finalmente sullo stesso piano crescita e stabilità, con una discesa sostenibile e realistica del debito, ha detto il commissario Ue all'Economia Paolo Gentiloni. "Questo Patto di stabilità e crescita intelligente produrrà risultati, grazie a maggiori responsabilità e meccanismi di applicazione più forti", ha detto la presidente della Commissione Ursula von der Leyen. L'Esecutivo Ue guarda ora al primo trimestre per la proposta legislativa, ma il percorso sembra già in salita, se dalla Germania il ministro delle Finanze Chrstian Lindner ha replicato di vedere "spazio per la discussione".
C'è distanza, insomma. "Un'unione monetaria ha bisogno di regole di bilancio unitarie", ha rincarato. Nella proposta sul nuovo Patto non si dice addio alle soglie del 60% del debito sul pil e del 3% per il deficit. Il nuovo iter prevede però che la Commissione indichi agli Stati eventuali aggiustamenti di bilancio richiesti da raggiungere nell'arco di quattro anni (estendibili di 3 anni). Gli Stati presenteranno quindi dei piani per arrivarci, decidendo e prendendo impegni su riforme prioritarie e investimenti. I percorsi individuali saranno quindi vidimati dall'Esecutivo e approvati dal Consiglio. A quel punto una sola voce sarà monitorata regolarmente a Bruxelles: la spesa primaria netta (cioè quella senza le entrate una tantum e spese per interessi e lavoro). Per i Paesi più indebitati come l'Italia i piani a 4 anni dovranno garantire un percorso di spesa con una traiettoria plausibile di riduzione del debito a dieci anni. Scomparirà l'idea che i Paesi 'cicala' debbano ridurre ogni anno di un ventesimo il debito eccedente la soglia del 60% (regola rimasta sulla carta). Resterà invece la procedura di infrazione per deficit oltre il 3%.
La procedura per debito sarà poi rafforzata, con focus sulle deviazioni dai piani approvati e anche automatismi per i più indebitati. Ci saranno sanzioni finanziarie, lievi ma più probabili, e 'reputazionali'. Senza misure di correzione del deficit potrà scattare la sospensione dei finanziamenti Ue. Per valutare la plausibilità dei piani la Commissione userà anche stress test con scenari di choc ad esempio su tassi di interesse, crescita del pil, saldi e cambio. Anche con conti in squilibrio i piani non potranno venir riaperti. Non ci sarà una 'golden rule' per consentire investimenti green o nel digitale. Non è emerso consenso, ha spiegato la Commissione, il focus dovrà restare sul calo del debito. Fino a tutto il 2023, intanto, resterà in vigore la clausola di salvaguardia che ha sospeso le regole del Patto.Tra i 'frugali', per l'Olanda la ministra delle Finanze Sigrid Kaag, ad esempio, ha già sottolineato che "una maggiore titolarità nazionale deve essere accompagnata da una supervisione efficace". "Abbiamo avuto solo delle discussioni iniziali con il nuovo Governo, ma non dubito che l'Italia farà sentire la sua voce in questa discussione", ha segnalato invece Gentiloni.
Rodolfo Ricci