La Commissione europea ha preso atto del rallentamento economico degli ultimi mesi, rivedendo al ribasso le sue previsioni di crescita per il 2023 e il 2024. Pessima la situazione in Germania dove l'esecutivo comunitario si aspetta quest'anno una contrazione dell'economia. L'inflazione è in calo, ma solo graduale. Le nuove stime giungono mentre il Consiglio deve dare il suo benestare all'esborso di una terza rata di aiuti comunitari all'Italia. Bruxelles nelle previsioni economiche di estate indica come ulteriori "rischi" e "fonti di incertezza" la guerra in l'Ucraina e la stretta monetaria. Emergono tra i fattori di rischio anche i crescenti rischi climatici. Il rialzo dei tassi "potrebbe pesare sull'attività economica più pesantemente del previsto", ma anche portare un calo più rapido dell'inflazione e accelerare il ripristino dei redditi reali. Le pressioni sui prezzi potrebbero però rivelarsi più persistenti.
Per i rischi climatici cita "condizioni meteo estreme e incendi e inondazioni senza precedenti durante l'estate e pesano sulle prospettive". In generale, il prodotto interno lordo della zona euro è previsto in crescita dello 0,8% nel 2023 (la stima precedente era dell'1,1%). Nel 2024, l'economia dovrebbe crescere dell'1,3% (rispetto al precedente 1,6%). Grazie anche alla politica monetaria restrittiva della Banca centrale europea, l'inflazione sarà del 5,6% annuo quest'anno e del 2,9% annuo l'anno prossimo. In Italia è atteso nel 2023 in crescita dello 0,9% (da +1,2%) e +0,8% nel 2024 (da +1,1%). "Dobbiamo avere fiducia e fiducia nel futuro dell'economia europea. C'è molto che possiamo fare per sostenere una crescita sostenuta e sostenibile. L'efficace attuazione dei piani nazionali di ripresa e resilienza rimane una priorità fondamentale. Dovrebbero essere perseguite politiche fiscali prudenti e favorevoli agli investimenti, in sintonia con gli sforzi continui delle nostre banche centrali per domare l'inflazione", ha commentato il commissario Ue all'Economia, Paolo Gentiloni.
Sulla relazione della Corte dei conti federale sul deficit della Germania "seguiamo da vicino in tutti gli Stati membri l'evoluzione del bilancio e del deficit. È un concetto statistico calcolato dagli enti statistici nazionali ed europei seguendo una metodologia concordata. Secondo questa metodologia e ai fini della nostra valutazione della conformità degli Stati membri con le regole di bilancio dell'Ue, per nessuno Stato membro, è possibile escludere spese dal deficit in un modo specifico ad hoc",ha confermato interpellato sull'audit tedesco secondo cui il deficit del Paese schizzerebbe al 2,4% del Pil contro lo 0,4% dichiarato.
Infine, sulle parole della premier Giorgia Meloni sul suo ruolo nell'esecutivo comunitario: "Questa è una domanda sull'Italia che mi è stata indirettamente rivolta spesso in questi giorni, perfino in India. Io dico soltanto che non voglio partecipare a polemiche che penso che danneggino l'Italia".
Rodolfo Ricci