Sulla difesa comune servono passi avanti e serve un incentivo anche economico per far convergere le politiche industriali: è questa da tempo la tesidel commissario Ue all'Economia, Paolo Gentiloni. "I passi in avanti sulla difesa europea sono limitati, attualmente i Paesi Ue acquistano il 75% dei loro sistemi da fuori, dagli Usa e da altri. In effetti, sono passati ormai due anni dall’invasione dell’Ucraina da parte di Putin, le scorte europee di armi e difesa si stanno esaurendo e l’industria del blocco esita a investire in maggiori capacità produttive. La Commissione di Bruxelles ha presentato il Programma europeo per l’industria della difesa (Edip) per accelerare la produzione e mettere l’industria dell’Ue sul "piede di guerra".
Il programma a lungo termine proposto prevede un finanziamento di 1,5 miliardi di euro fino al 2027. Si tratta dell’unica proposta di testo sulla politica dell’industria della difesa presentata dall’esecutivo Ue da sottoporre ai legislatori della prossima legislatura. I dossier sulla difesa, quando riguardano la politica industriale, sono soggetti alla procedura legislativa ordinaria, contrariamente alla politica di difesa guidata dal Consiglio sulle priorità di capacità, missioni e operazioni. Questo fa seguito a molti programmi di emergenza a breve termine per motivare gli acquisti congiunti e rafforzare la base industriale, che termineranno nei prossimi due anni, come il rafforzamento dell’industria europea della difesa attraverso la legge sugli appalti comuni (Edirpa) o la legge a sostegno della produzione di munizioni (Asap).
Poiché le industrie della difesa beneficiano di un rapporto speciale con i Paesi in cui sono insediate e sono fortemente protette dai governi per motivi di sicurezza nazionale, la mossa della Commissione Ue di assumere un ruolo maggiore nell’incontro tra domanda e offerta e nel monitoraggio delle catene di fornitura e della produzione è stata fonte di dibattiti in seno al Consiglio. Il programma proposto include idee già respinte dagli Stati membri nel quadro dell’Asap dello scorso anno. Inizialmente il testo avrebbe dovuto essere presentato nell’autunno del 2023, per dare ai rappresentanti degli Stati membri e ai parlamentari il tempo di rivederlo e modificarlo. Tuttavia, i numerosi ritardi accumulati prima di marzo fanno sì che il l’Eurocamera - che ha terminato la sua seduta ad aprile - non abbia ancora avuto la possibilità di nominare i relatori e studiare la proposta.
Nel frattempo, gli esperti nazionali degli Stati membri hanno iniziato a negoziare il dossier in aprile. Mentre l’esecutivo dell’Ue sperava in una rapida adozione entro la fine del 2024, diplomatici e funzionari stimano già un ritardo di almeno sei mesi, considerando la delicatezza del dossier e le numerose questioni sollevate dai diplomatici. Il nuovo Parlamento europeo riprenderà il lavoro dopo le elezioni di giugno, dopo l’insediamento ufficiale. Tuttavia, resta da vedere se coinvolgerà diverse commissioni legate all’industria, al mercato interno, alla sicurezza e alla difesa, come è stato per i programmi precedenti, o forse una vera e propria commissione per la sicurezza e la difesa.
Rodolfo Ricci