Venerdì 22 novembre 2024, ore 7:27

Global

Turchia, tute blu conquistano +25% in busta paga

di Ester Crea

Era già stato tutto fissato per stamani: nonostante il divieto di sciopero imposto per decreto dal governo di Ankara, i sindacati turchi dei metalmeccanici avevano promesso di continuare la lotta per ottenere un nuovo contratto che riconoscesse il loro contributo alla formidabile crescita registrata dall’economia turca nell’ultimo decennio. Non ce n’è stato bisogno: al tavolo della trattativa con l’associazione dei datori di lavoro dell’industria metalmeccanica (MESS) le tre sigle di categoria, Türk Metal (il principale sindacato dei metalmeccanici in Turchia con oltre 200mila iscritti certificati) e gli affiliati IndustriALL Birleşik Metal-İş e Çelik-İş (che organizzano i restanti 11mila lavoratori) hanno firmato un accordo (retrodatato al 31 agosto 2017) che prevede un aumento salariale di quasi il 25% e migliori condizioni di lavoro per 130mila addetti di 179 imprese del settore, tra le quali alcune importanti multinazionali come Arçelik, Renault, Bosch, Whirlpool, Mercedes, Ford e Tofaş (Gruppo FCA).
Un accordo salutato con soddisfazione dai lavoratori, che hanno ripetuto il loro motto: "Abbiamo detto che questa lotta non finirà mai fino a quando non diciamo che finisce".
I negoziati per il rinnovo del contratto di settore, tra i tre sindacati metalmeccanici e l’associazione imprenditoriale, erano iniziati il 5 ottobre 2017. Al sesto incontro, il primo dicembre 2017 la trattativa si era interrotta sul salario, quando i rappresentanti degli imprenditori avevano proposto per i primi sei mesi di durata del contratto un aumento del 3,20 per cento contro una richiesta per lo stesso periodo del 6,69 per cento + un aumento uguale per tutti di 0,42 euro l’ora + 0,04 euro l’ora per anno di anzianità di lavoro (la media è intorno ai dieci anni). Una richiesta che, calcolata su una retribuzione media di un metalmeccanico (coperto da contrattazione collettiva) di soli 2,20 euro lordi l’ora (circa 450 euro mensili), avrebbe comportato un incremento complessivo del 38% in busta paga.
Successivamente, l’offerta degli imprenditori è salita al 6,4% nel secondo round di negoziati e al 13,2% nel terzo ciclo. Alla fine l’intesa è stata raggiunta quando i datori di lavoro hanno accettato un aumento del 24,6% delle retribuzioni e del 23% delle prestazioni sociali. Infine, i metalmeccanici turchi hanno ottenuto un'assicurazione sanitaria complementare in linea con le loro richieste.
"La firma di questo accordo collettivo - si legge in una nota Birleşik Metal-İş - è una conquista dei metalmeccanici che non hanno riconosciuto il divieto di sciopero. Ringraziamo tutti per il loro impegno in questo processo”.
In Turchia i lavoratori complessivamente occupati nei diversi settori dell’industria metalmeccanica sono oltre un milione e 800 mila. La contrattazione collettiva è per impresa o gruppo d’imprese (come in questo caso) e il grado di copertura è subordinato strettamente alla densità sindacale. In pratica dove non c’è la presenza di un sindacato, non c’è contrattazione collettiva e il rapporto di lavoro è regolato solo dalla legislazione e dalle misure unilaterali delle imprese. L’accordo firmato assume, quindi in Turchia, per estensione e contenuti, un valore storico.
Ai sindacati turchi delle tute blu hanno espresso le loro congratulazioni anche i segretari generali di IndustriALL Global Union e IndustriAll Europe, Valter Sanches e Luc Triangle, per quella che i due leader difiniscono “una grande vittoria” ottenuta con “unità, lotta e determinazione”.
Dall’Italia, infine, i primi a congratularsi con i colleghi turchi sono stati il segretario generale della Fim Cisl, Marco Bentivogli, ed il responsabile dell’Ufficio Internazionale Fim, Gianni Alioti, che in una lettera inviata al presidente di Türk Metal, sindacato con il quale la Fim-Cisl ha stretto un patto di unità d’azione, si dicono onorati di “continuare insieme la strada per rafforzare l'azione sindacale dei metalmeccanici in tutta la regione euro-mediterranea e in tutto il mondo”. In quest’ottica dal 16 al 18 maggio 2018 a Didim in Turchia si realizzerà la 2^ Conferenza dei sindacati metalmeccanici di tutti i paesi euro-mediterranei, dalla penisola iberica ai Balcani con l’obiettivo di coordinare la contrattazione collettiva e la presenza sindacale nelle imprese multinazionali.
 

( 2 febbraio 2018 )

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