L'Unione europea ha fretta di mettere in sicurezza la ripresa e spinge l'acceleratore sul Recovery fund. Da oggi il regolamento è in Gazzetta ufficiale, e da venerdì la Commissione Ue aprirà ufficialmente i cancelli aspettando che arrivino i piani di rilancio nazionali definitivi. La presidenza di turno della Ue, portoghese, spinge perché i piani siano approvati entro aprile, un tour de force che lascia la Commissione perplessa, anche perché ha in programma di emettere solo a giugno i primi bond per finanziare l'anticipo del Recovery.
"Dalla fine della settimana i piani nazionali possono essere formalmente presentati alla Commissione Ue", ha detto il ministro portoghese delle finanze, Joao Leao, presidente di turno dell'Ecofin, esortando i colleghi a presentare in modo rapido ed efficiente i piani, per consentire l'esborso dei fondi il prima possibile. Ma prima che la Commissione possa andare sui mercati a reperire le risorse del Recovery, dovranno essere completate le ratifiche nazionali del Next Generation EU, necessarie perché i parlamenti devono dare il loro via libera all'indebitamento comune. Finora soltanto sei Paesi hanno ratificato, e l'Italia non è tra questi. La presidenza portoghese si aspetta che gli altri lo facciano entro marzo. Con l'ok dei 27, la Commissione potrà emettere i primi bond. "Giugno è una data possibile per cominciare le operazioni" con i titoli comuni, ha detto il vicepresidente Valdis Dombrovskis, spiegando che la scaletta dell'approvazione dei piani porta comunque a giugno.
"Ora i Paesi possono cominciare a inviare i piani, poi la Commissione ha due mesi di tempo per approvarli, e il Consiglio un mese. Questo ci porta a giugno, quando la Commissione potrà emettere i titoli per reperire il 13% di pre-finanziamento" del Recovery. La fretta dunque c'è, ma non troppa. I ministri dell'economia dei 27 sono comunque consapevoli che più si va veloci meglio è per tutti, perché se l'avvio della ripresa dipende dai vaccini e dall'allentamento delle misure di contenimento, il suo consolidamento poggia tutto sugli investimenti che partiranno con i fondi Ue. E proprio gli investimenti sollevano un altro tema, quello del deficit.
Dombrovskis spiega che tutti gli interventi finanziati con le sovvenzioni del Recovery, non peseranno sui conti pubblici. Ma chi invece utilizzerà anche la parte prestiti, andrà ad aumentare il debito pubblico. Per ora non è un problema, perché il Patto di Stabilità è sospeso per tutto l'anno. Ma sul 2022 pesa l'incognita della sua riattivazione. La decisione spetta alla Commissione che a maggio, dopo le previsioni di primavera, darà agli Stati qualche indicazione sull'orientamento da tenere. Inoltre, verso metà anno si potrebbe riaprire la discussione sulla revisione delle regole del Patto. Dombrovskis ricorda che si prenderà in considerazione anche una 'golden rule’ limitata, cioè uno scorporo degli investimenti verdi dal calcolo del deficit.
Rodolfo Ricci