Giovedì 24 ottobre 2024, ore 20:24

Scenari

Storie di aspirapolvere impazziti che gridano oscenità ai proprietari

I proprietari di robot aspirapolvere in diverse città degli Stati Uniti hanno denunciato che i loro dispositivi sono stati hackerati, tanto che gli elettrodomestici hanno iniziato a gridare oscenità. Lo riporta l’emittente statunitense Abc. Pur amando molto la tecnologia, resta lo scetticismo sugli elettrodomestici cosiddetti intelligenti, che potrebbero obbedire a comandi esterni. Stiamo parlando del caso di Roomba, quel coso rotondo che può togliere la polvere dai pavimenti girando per casa mentre voi siete impegnati in altro. Il fatto che le persone a volte personifichino Roomba dovrebbe cominciare a far riflettere, dato che gli hacker hanno dimostrato di poter sequestrare i robot aspirapolvere per gridare insulti razzisti ed inseguire gli animali domestici. Questa fase storica è già abbastanza complicata da pandemie e guerre per consentire che perfino il relax a casa sia compromesso. E veniamo alla cronaca. Abc riferisce che un Deebot X2 si è comportato in modo angosciante, inseguendo senza sosta un cane impaurito in una casa di Los Angeles mentre gli hacker gli urlavano commenti offensivi attraverso gli altoparlanti integrati. E poi, cinque giorni dopo, un altro robot Ecovacs a El Paso ha iniziato a ripetere insulti razzisti ai proprietari finché non è stato staccato. Un rapporto dell’Australian Broadcast Corporation attribuisce una falla di sicurezza nell’Ecovacs Deebot X2 di fabbricazione cinese agli hackeraggi delle macchine ampiamente distribuite. Prima di parlare di complotti cinesi ce ne vuole. Ma l’esplosione di cercapersone e walkie talkie comandati a distanza ci ha mostrato i limiti degli acquisti tecnologici. L’avvocato del Minnesota Daniel Swenson ha raccontato al quotidiano che stava guardando la TV con la sua famiglia quando ha notato che stava succedendo qualcosa di strano al suo aspirapolvere. “Sembrava un segnale radio interrotto o qualcosa del genere”, ha detto ad Abc. “Si potevano sentire frammenti di una voce”. Quando è andato a controllare l’app Ecovacs, ha visto uno sconosciuto che armeggiava con la funzione di controllo remoto e con la telecamera in diretta. Ha detto di aver rapidamente reimpostato la password e riavviato l’aspirapolvere prima di tornare sul divano con la moglie e il figlio adolescente. Quasi subito il robot ha ricominciato a muoversi. È stato allora che sono iniziati i veri guai, con una voce che risuonava forte e chiara attraverso il robot.“ Fanc... i n...ri!”. Il messaggio era chiarissimo. Questa volta non c’era ambiguità su cosa uscisse dall’altoparlante. TechCrunch riporta che gli Ecovacs sono apparentemente piuttosto facili da hackerare e che questo è un problema noto da parecchio tempo. Un rapporto di agosto del sito web di notizie tecnologiche affermava che i ricercatori di sicurezza informatica hanno analizzato le falle di sicurezza del marchio e “hanno trovato una serie di problemi che possono essere sfruttati per hackerare i robot tramite Bluetooth e accendere di nascosto microfoni e telecamere da remoto”. “La loro sicurezza è davvero, davvero, davvero, davvero pessima”, ha commentato il ricercatore Dennis Giese a TechCrunch. Nonostante gli insulti, il signor Swenson si è detto contento che gli hacker abbiano annunciato la loro presenza a voce così alta. Sarebbe stato molto peggio, ha detto, se avessero deciso di osservare in silenzio la sua famiglia all’interno della loro casa. Lo so, sembra una storia surreale. Ma gli ultimi anni ci hanno abituato a tutto ed è bene tenere drizzate le antenne. Diverse persone, tutte residenti negli Stati Uniti, hanno segnalato episodi di hacking simili a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro. Non è chiaro quanti dispositivi dell’azienda siano stati hackerati in totale. I problemi di sicurezza potrebbero spiegare come gli aggressori abbiano preso il controllo di più robot in luoghi separati e come abbiano potuto sorvegliare silenziosamente le loro vittime una volta entrati nel sistema. Nei giorni successivi agli incidenti accaduti al suo robot aspirapolvere Ecovacs, Daniel Swenson ha presentato un reclamo all’azienda. Dopo aver discusso un po’ con il personale di supporto, ha ricevuto una chiamata da un dipendente senior di Ecovacs con sede negli Stati Uniti. “Deve aver detto tre o quattro volte che avrei dovuto avere un video di quello che è successo, magli ho risposto che ero più concentrato sul fatto che un robot hackerato si trovava in mezzo al mio soggiorno e ci osservava e forse ci registrava'”. Il dipendente sembrava incredulo di ciò che stavo dicendo, racconta il signor Swenson. In seguito a questa chiamata, gli è stato comunicato che era stata condotta un’indagine di sicurezza. “Il suo account Ecovacs e la sua password sono stati acquisiti da una persona non autorizzata”, gli ha comunicato via e-mail un rappresentante dell’azienda. Hanno anche affermato che il team tecnico dell’azienda aveva identificato l’indirizzo IP del colpevole e lo aveva disattivato per impedire ulteriori accessi. In una successiva e-mail, gli hanno detto che c’era “un’alta probabilità che il tuo account Ecovacs fosse stato colpito da un attacco informatico di 'credential stuffing'”. Ciò avviene quando qualcuno riutilizza lo stesso nome utente e la stessa password su più siti web e la combinazione viene rubata in un altro attacco informatico. L’azienda ha tuttavia dichiarato ad Abc di “non aver trovato alcuna prova” che gli account siano stati hackerati tramite violazione dei sistemi di Ecovacs, che a novembre rilascerà comunque un aggiornamento di sicurezza per i possessori della serie X2. C’è chi ha speso circa 800 dollari per poi acquistare Roomba in saldo e poi buttarlo dopo qualche mese: “Il mio Roomba S9+ infestato mi ha tenuto sveglio tutta la notte e iRobot dice che non c’è modo di ripararlo” - scrive a Techradar Philip Berne, possessore di un iRoomba impazzito. Convivo con il Roomba infestato e i suoi pulsanti rotti dall’anno scorso, quando era ancora in garanzia, ma solo di recente ha iniziato a svegliarmi nel cuore della notte. Il mio robot iniziava a pulire alle 3 di notte, da solo. Quando ho finalmente contattato iRobot per assistenza, mi hanno detto che il mio Roomba era morto, che non c’è modo di riparare il mio Roomba S9 e non c’è una soluzione alternativa che libererà il robot dai suoi fantasmi. Una volta che credi che ci sia un fantasma nel tuo robot aspirapolvere, insoddisfatto dei pavimenti non spazzati, quell’idea ti rimane impressa. Una notte il Roomba infestato ha esagerato. Ha iniziato a urlare più e più volte: ’I pulsanti sono stati disattivati. Per favore usa la tua app iRobot Home per pulire’. Più e più volte. Il mio aspirapolvere infestato è diventa un poltergeist, urlando anche da spento. Forse chiamerò i Ghostbusters”. 
Raffaella Vitulano

( 24 ottobre 2024 )

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