Martedì 22 ottobre 2024, ore 19:57

Mostre

Una stagione irripetibile

di MARIA LUCIA SARACENI

Un’occasione straordinaria per dare vita a un progetto critico ed espositivo di grande rigore e presentare a un ampio pubblico le testimonianze artistiche di una stagione irripetibile. Dal 19 ottobre al 2 marzo è aperta a Torino, nelle Sale Chiablese dei Musei Reali, la mostra intitolata “1950-1970. La grande arte italiana. Capolavori dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea”. Una grande e inedita rassegna dedicata ai capolavori dei più importanti artisti italiani del secondo dopoguerra. L’in gente numero di opere, 79 in totale, proviene appunto dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma ed è riunito insieme per la prima volta fuori dal museo di appartenenza.

La mostra, oltre a sottolineare il trentennale rapporto che la soprintendente Palma Bucarelli ebbe con un gruppo eccezionale di artisti, mette in risalto la ricchezza delle collezioni del museo romano ed esalta i 21 artisti più rappresentativi che hanno animato una stagione senza precedenti nel panorama dell’arte moderna italiana. Il percorso espositivo mette bene in evidenza le origini di quello che fu un vero e proprio “movimento artistico tellurico”. Un percorso intenso. In più sale è un vero corpo a corpo fra i nuovi maestri dell’arte italiana del dopoguerra, della quale si esplorano qui le radici e, per la prima volta, è possibile confrontarli al di fuori della collezione della Gnam. Per l’arte italiana si tratta dei protagonisti germinali, oggi identificati come gli interpreti internazionali dell’allora contemporaneità.

L’esposizione, suddivisa in dodici sale, si sviluppa in un avvincente percorso che propone confronti e dialoghi intercorsi negli anni del secondo dopoguerra tra gli artisti italiani più importanti, divenuti ormai irrinunciabile riferimento nel panorama artistico internazionale. La mostra si apre con due lavori simbolici, uno di Ettore Colla, “Rilievo con bulloni” del 1958-59; e un altro di Pino Pascali, “L’arco di Ulisse” del 1968. Prosegue con una sala di capolavori di Capogrossi, tra cui una monumentale “Superficie” del 1963. Nella sala successiva viene indagato il tema della materia, elemento di ricerca fondamentale degli anni ’50, mettendo in dialogo due Concetti spaziali- Buchi di Lucio Fontana, tra cui uno del 1949; con lo straordinario “Gobbo” del 1950 di Alberto Burri. Inoltre sono esposte rare opere di Ettore Colla, opere iniziali di Mimmo Rotella e la ricerca astratta di Bice Lazzari.

Due sale mettono poi a confronto due grandi artisti dell’a strazione, Afro e Piero Dorazio, maestri che nel secondo dopoguerra contribuirono al successo dell’arte italiana negli Stati Uniti.

Il “cardine” della mostra si ha nel confronto tra due grandi protagonisti indiscussi, Lucio Fontana e Alberto Burri.

Undici emblematiche opere entrano in dialogo e, in particolare, si stabilisce un inedito accostamento tra il grande concetto spaziale. “Tea trino” del 1965 di Fontana e il “Nero cretto G5” del 1975 di Burri.

Il fermento artistico e creativo che si sviluppò a Roma tra gli anni ’50 e ’60 è rappresentato in mostra da un enorme décollage di Mimmo Rotella del 1957 e, a seguire, dalle opere storiche di Giosetta Fioroni, Carla Accardi, Giulio Turcato, Gastone Novelli, Toti Scialoja, Sergio Lombardo, Tano Festa. Un ulteriore inedito confronto si sviluppa tra un intenso monocromo nero di Franco Angeli e alcuni importanti Achrome di Piero Manzoni.

A testimoniare poi l’impor tanza della Contemporaneità, un’altra sala dedicata al grande quadro specchiante “I visitatori” del 1968 di Michelangelo Pistoletto; e uno spazio dedicato alle celebri “Cancellature” di Emilio Isgrò.

Il percorso prosegue con un emozionante dialogo tra alcune significative opere di Mario Schifano (tra cui “Incidente D662” del 1963) e diversi straordinari lavori di Pino Pascali (come “Primo piano labbra” del ’64). Quest’ultimo, dissacrante artista concettuale, è il protagonista assoluto dell’ultima sala dell’e -sposizione, che presenta capolavori come “Ricostruzione del dinosauro” del 1966 e i “Bachi da setola” del 1968.

La mostra è dunque il risultato della cooperazione tra due prestigiose istituzioni museali di rilievo nazionale, quali la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma e i Musei Reali di Torino. L’offerta culturale del complesso torinese, dopo le rassegne dedicate al patrimonio archeologico per il 300esimo anniversario del Museo di Antichità e al sistema dell’arte barocca simbolizzato dalla pittura del Guercino, si arricchisce di una esposizione che intende rivolgersi a pubblici cosmopoliti, mettendoli in relazione con le principali istanze poste dall’arte contemporanea in uno straordinario periodo storico, in un territorio che si inserisce tra i principali distretti di riferimento grazie a eventi internazionali, quali Artissima e Luci d’Artista, e alla presenza di importanti raccolte, pubbliche e private.

( 22 ottobre 2024 )

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Una stagione irripetibile

A Torino, nelle Sale Chiablese dei Musei Reali, Una grande e inedita rassegna dedicata ai capolavori dei più importanti artisti italiani del secondo dopoguerra

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