Mercoledì 5 febbraio 2025, ore 5:12

Guerra Mosca-Kiev 

Stop al gas russo in Ue da Ucraina, Bruxelles: “Siamo preparati” 

Sul gas sembra essersi abbattuta la tempesta perfetta e così il prezzo sale sopra i 50 euro al megawattora, ai massimi da ottobre del 2023. Poi l'interruzione di un impianto di Gnl in Norvegia. Non c’è che dire: il 2025 si apre con un nuovo colpo sferrato dall'Ucraina alla Russia, destinato tuttavia a produrre conseguenze destabilizzanti anche in Europa. Come annunciato nei giorni scorsi, Kiev ha ufficialmente interrotto il transito di gas russo attraverso il proprio territorio. La stretta, adottata per tagliare i fondi all'industria bellica del nemico anche se allo stesso tempo ha creato allarme in Ue per un possibile aumento dei prezzi. Bruxelles, per arginare una potenziale crisi, è corsa ai ripari prevedendo quattro rotte alternative, ma dai Paesi membri più esposti alla chiusura del canale ucraino sono arrivati messaggi di preoccupazione. Però già annunciato e confermato a più riprese nei mesi scorsi, con l’arrivo del nuovo anno il gas russo ha smesso di pompare in Europa lungo la rotta ucraina.

Tutto previso? Scaduto il contratto con Bruxelles in essere dal 2019, il colosso energetico Gazprom ha chiuso i rubinetti dalle prime ore dei primi giorni del 2025. Scatenando da un lato la soddisfazione di Volodymyr Zelensky, che ha definito lo stop al gas russo attraverso l’Ucraina "una delle più grandi sconfitte di Mosca", dall’altro la rabbia del primo ministro slovacco, Robert Fico, il cui Paese, insieme ad Ungheria, Austria e indirettamente Italia, si riforniva proprio da quel gasdotto.

Complice l’abbassamento delle temperature in buona parte d’Europa, il mancato rinnovo del contratto con Mosca ha fatto schizzare i prezzi del gas naturale in Ue, che hanno immediatamente toccato i 50 euro al Megawattora, risalendo ai preoccupanti livelli raggiunti l’ultima volta durante la crisi energetica dell’ottobre 2023. Per ora, Bruxelles ostenta sicurezza e richiama tutti alla calma: "L’Ue è ben preparata ad affrontare la fine del transito del gas attraverso l’Ucraina, grazie agli sforzi di collaborazione della Commissione e degli Stati membri", valuta la Commissione europea, indicando quattro principali percorsi di diversificazione per garantire i volumi necessari di approvvigionamento, attraverso i terminali Gnl in Germania, Grecia, Italia e Polonia ma forse anche dalla Turchia.

In un post sui suoi account social, il presidente ucraino ha esultato: "Quando Putin ha preso il potere in Russia più di 25 anni fa, il pompaggio annuale di gas attraverso l’Ucraina verso l’Europa era di oltre 130 miliardi di metri cubi. Oggi il transito di gas russo è pari a 0". Secondo Kiev, il danno per il Cremlino sarà nell’ordine dei 5 e 6,5 miliardi di dollari all’anno, mentre l’Ucraina rinuncia a circa un miliardo di dollari in accise sul transito verso i Paesi Ue. Dal gasdotto di costruzione sovietica che collega Sudzha, città della regione russa di Kursk attualmente sotto il controllo delle forze ucraine, a Uzhorod, al confine tra Ucraina e Slovacchia, si rifornivano però ancora quattro Paesi europei. Ancora nel 2023, a Bratislava sono giunti 6,5 miliardi di metri cubi di gas russo, a Vienna 6 miliardi, a Budapest circa un miliardo. All’Italia, dallo snodo di Tarvisio, secondo i dati Snam a dicembre sono arrivati 526 milioni di metri cubi di gas.

Ma solo una piccola parte da Mosca, gli altri da stoccaggi di Austria e Germania. Dall’invasione dell’ Ucraina nel febbraio 2022, e in linea con il piano energetico ‘REPowerEu‘ che ha fissato l’impegno politico a liberarsi dai combustibili fossili russi al più tardi entro il 2027, la quota di gas russo sul mercato europeo è scesa da circa il 35% a circa l’8%. Dopo il sabotaggio del gasdotto Nord Stream nel settembre 2022 e l’interruzione della rotta ucraina, l’unica arteria energetica ancora in funzione tra l’Ue e la Russia e il TurkStream, il gasdotto sul Mar Nero che invia gas all’Ungheria e alla Serbia.

Mentre Bruxelles sostiene di aver lavorato per più di un anno alla preparazione di questo scenario- il gas russo dall’Ucraina rappresentava solo il 5% circa del fabbisogno di gas europeo -, ma secondo il premier slovacco Fico, di recente alla corte di Vladimir Putin al Cremlino, "l’interruzione del transito del gas attraverso l’Ucraina avrà un impatto drastico su tutti noi nell’Ue, ma non sulla Federazione Russa".

Per ora, l’effetto più drammatico si è verificato nella regione separatista moldava della Transnistria, in cui da mercoledì mattina sono stati tagliati riscaldamento e acqua calda. È fondamentale che la Moldavia acceda a forniture alternative per coprire la domanda di gas della Transnistria, ha ammesso Bruxelles nella sua valutazione sullo stop al transito dall’Ucraina. Se la maggior parte dei 2,5 milioni di abitanti della Moldavia potranno compensare la perdita di gas russo attingendo dalle proprie riserve e importando dalla Romania, lo stesso non vale per i 450 mila della Transnistria.

Rodolfo Ricci

( 3 gennaio 2025 )

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