Sarà un dicembre di forti tensioni da oggi in Germania. Volkswagen ha rotto tutti i tabù storici e si prepara al muro contro muro con i sindacati. I tabù storici infranti dal gruppo sono la chiusura degli stabilimenti, i licenziamenti di massa e i tagli alla contrattazione collettiva. IG Metall, da par suo, propone un accordo di grande responsabilità che potrebbe far risparmiare alla casse di VW fino a 1,5 miliardi di euro. L’azienda, però, è la sensazione del sindacati, vuole avere le mani libere per poter agire fino in fondo su licenziamenti massivi e chiusura delle fabbriche. Il risultato è che a inizio mese cominceranno gli scioperi di avvertimento, soprattutto dopo il terzo nulla di fatto dello scorso 21 novembre sul tavolo della contrattazione collettiva.
Da una parte, il CdA di VW si dice disposto a negoziare le proposte del sindacato, dall’altra però ci mette il carico, mettendo sul tavolo l’ipotesi dei licenziamenti e aggiungendo altre richieste come il taglio salariale forfettario del 10 per cento nonché uno zero round per la tornata di contrattazione collettiva del 2024, la cancellazione dell'indennità mensile di contrattazione collettiva (167 euro), l'abolizione dei bonus anniversario per i dipendenti a lungo termine e una massiccia riduzione delle capacità di formazione.
La risposta è stata che il comitato per la contrattazione collettiva di IG Metall presso VW ha votato all'unanimità a favore degli scioperi di avvertimento. “Abbiamo spiegato il nostro concetto generale durante le trattative sulla contrattazione collettiva e siamo passati noi stessi all’offensiva. L'azienda è disposta a negoziare su certe basi, ma tiene comunque aperta la possibilità di chiusure di stabilimenti e licenziamenti di massa”, afferma il negoziatore e direttore distrettuale della IG Metall, Thorsten Groger. “Ciò significa ora - aggiunge - che esiste la minaccia di un’azione sindacale, la cui intensità il Paese non vedeva da molto tempo. Noi non volevamo questo conflitto e al tavolo delle trattative abbiamo addirittura presentato concetti generali che per noi sono andati al limite del possibile. La forza lavoro in tutte le sedi è pronta al conflitto.
Spetta ora a Volkswagen muoversi e avvicinarsi alle richieste di IG Metall”. Il sindacato propone che l’aumento salariale venga temporaneamente versato in un fondo di solidarietà. Ciò darebbe all’azienda uno strumento per ridurre in modo flessibile l’orario di lavoro, se necessario. Se i cambiamenti strutturali nella produzione o nell’amministrazione comportassero una sottoutilizzazione, il fondo contribuirebbe a garantire che i tagli al personale possano continuare ad essere effettuati in modo socialmente accettabile. I dipendenti si dicono, inoltre, disposti a discutere la partecipazione di parte degli utili per 2 anni in cambio di un pacchetto complessivo di nuove garanzie.
Tuttavia, parte del piano generale per i dipendenti della Volkswagen deve prevedere che sia il consiglio di amministrazione, sia il management che gli azionisti accettino tagli significativi per investire nel futuro della casa automobilistica. Il sindacato si aspetta che in tutte le sedi si creino prospettive e nuove garanzie occupazionali. il prossimo confronto è fissato per il 9 dicembre. Fino ad allora, assicura Groger, “ci sarà un crescendo della protesta”, iniziata nelle settimane scorse con una serie di mobilitazioni che hanno coinvolto più di 7mila persone, “fino a livelli che la Germania non vede più da decenni”.
Pierpaolo Arzilla