La partita non è facile ma, assicura chi ci lavora da tempo, è più che mai giocabile. Il nuovo gruppo sovranista all' Europarlamento, da qui al prossimo gennaio, potrebbe davvero prendere forma e l'ultima videocall di Matteo Salvini, Viktor Orban e Mateusz Morawiecki ha innescato la miccia dopo mesi di impasse. Lo schema sul quale potrebbe nascere la nuova formazione della destra europea è "prendere il meglio dai tre principali gruppi dell'attuale centrodestra", si spiega. Non si tratterebbe, quindi, di una sorta di fusione tra Identità e Democrazia e Conservatori e Riformisti ma di un'entità ex novo nella quale l'obiettivo è far confluire anche pezzi del Ppe, oltre agli ex popolari di Fidesz. Il mese di novembre, per il cantiere sovranista, sarà quello del dentro o fuori.
Da dicembre in poi, infatti, Strasburgo guarderà già all'elezione del nuovo presidente. Stando agli accordi di inizio legislatura a David Sassoli dovrebbe succedere un candidato del Ppe. Ma non tutti, a Bruxelles, oggi scommetterebbero sul fatto che S&D ceda il passo mentre al Ppe già si preparano ad un eventuale scontro con i socialdemocratici A quel punto, però, il neo-gruppo delle destre sarebbe una potenziale spina nel fianco nei Popolari, già orfani di Angela Merkel nel ruolo di super-cancelliera.
"Con un nuovo gruppo dovranno passare da noi comunque", si sottolinea dalla Lega facendo un pò di calcoli: se il disegno di Salvini si concretizzasse la nuova formazione ballerebbe tra la seconda e terza posizione, dal punto di vista numerico, nella classifica dei gruppi dell'Europarlamento. Tutto facile? No. Innanzitutto c'è il nodo dei tempi. Formare un gruppo, a Strasburgo, richiede passaggi burocratici più lunghi che a Roma. E poi ci sono delle regole da rispettare. Una su tutte: ogni gruppo deve rappresentare almeno un quarto degli Stati membri, ovvero deve contenere partiti provenienti da sette Paesi. Id ne contiene una decina, Ecr nove. E, spiegano da Fidesz, il punto di partenza potrebbe essere il documento stilato a giugno da sedici partiti sulla necessità di un'Ue che protegga i confini degli Stati e tuteli i valori tradizionali. Ma la formazione di un gruppo ex novo richiede anche nuovi equilibri.
E qui emerge l'altro nodo: Fdi è attualmente co-presidente con i polacchi del Pis del gruppo Ecr. Giorgia Meloni, alla notizia della videocall Salvini-Orban- Morawiecki ha reagito con gelo: "La costruzione di un gruppo non è facilissima ma siamo disponibili a confrontarci", ha sottolineato la leader di Fdi precisando che il suo partito "non è antieuropeista ma difende l'interesse nazionale". Ma i sovranisti, questa volta, non vogliono rallentare. E nei giorni scorsi Morawiecki è tornato ad incontrare Orban nell'ambito di una riunione dei Visegrad con la Corea del Sud. Ed è tutt'altro che escluso che i due leader abbiano aggiornato il cronoprogramma della futura destra europea. Varsavia intanto inizia a fare le prove di forza nei confronti della Commissione europea.
Il muro tra Polonia e Bielorussia per fermare l'arrivo dei migranti si farà. Il parlamento di Varsavia ha dato l'ok definivo alla costruzione della barriera che si estenderà per oltre 100 chilometri lungo la frontiera orientale dell'Unione europea e costerà 353 milioni di euro. Il presidente polacco Andrzej Duda aveva annunciato che avrebbe firmato la legge non appena fosse stata approvata dal parlamento e ora al filo spinato già posizionato si sostituirà un muro alto due metri e mezzo che, insieme alle centinaia di militari dispiegati lungo il confine, impedirà qualsiasi possibilità di accesso alle migliaia di disperati che arrivano dall'Afghanistan, dalla Siria, dall'Iraq per cercare un futuro in Europa. Un muro, aveva preannunciato settimane fa il ministro della Difesa Mariusz Blaszczak, che sarà simile a quello costruito dall'Ungheria al confine con la Serbia nel 2015.
Rodolfo Ricci