È l'ora di Bruxelles. Infatti, la Commissione europea sta valutando il decreto sulla nuova governance del Pnrr e "ne sta parlando con le autorità italiane anche nel contesto" dell'esame in corso relativamente alla richiesta di pagamento della terza tranche avanzata dall'Italia alla fine di dicembre. È quanto ha reso noto la stessa Commissione confermando inoltre che nelle prossime settimane Eurostat e Istat "decideranno insieme" come considerare i crediti d'imposta generati dal 'superbonus' al fine del loro conteggio nell'ambito dei conti pubblici, in particolare nel calcolo del deficit. In una nota, la Commissione sottolinea di essere pronta a sostenere l'Italia nell'applicazione del Pnrr e a portare avanti una "stretta collaborazione" con le autorità nazionali. In questo contesto, Bruxelles sottolinea che la governance è parte integrante del Piano di ripresa e resilienza poichè comprende un importante attività di coordinamento e monitoraggio da parte dell'amministrazione centrale.
E da questa attività "ci si aspetta un contributo all'effettiva implementazione" dello stesso Pnrr. "La Commissione è stata informata del decreto e la sua valutazione è in corso". Quanto ai crediti d'imposta derivanti dal 'superbonus', Bruxelles precisa che essi non hanno un impatto diretto sul debito, ma lo hanno sul deficit. E questo impatto dipenderà da come saranno considerati. Ovvero se verranno conteggiati come spesa pubblica o come minori entrate. Una decisione, evidenzia la Commissione, "che sarà presa insieme nelle prossime settimane da Eurostat e Istat.
Altro capitolo ma sempre collegato. Il Consiglio dell' Ue ha adottato ieri formalmente il regolamento di modifica per includere i capitoli di RepowerEu nello strumento del Pnrr. Si tratta della fase finale della procedura di adozione, spiega il Consiglio in una nota. Gli Stati membri potranno ora aggiungere un nuovo capitolo ai loro Pnrr, per finanziare investimenti e riforme chiave che contribuiranno a raggiungere gli obiettivi del RepowerEu. Tra gli obiettivi principali, l'aumento della resilienza, della sicurezza e della sostenibilità del sistema energetico dell'Ue attraverso la riduzione della dipendenza dai combustibili fossili e la diversificazione delle forniture energetiche a livello europeo, anche aumentando la diffusione delle energie rinnovabili, dell'efficienza energetica e della capacità di stoccaggio dell'energia.
Per finanziare gli investimenti e le riforme saranno messe a disposizione ulteriori sovvenzioni per 20 miliardi di euro, ricorda il Consiglio, finanziate tramite il Fondo per l'innovazione (60%) e le quote Ets (40%). Il criterio di assegnazione è una formula che tiene conto della politica di coesione, della dipendenza degli Stati membri dai combustibili fossili e dell'aumento dei prezzi degli investimenti. Dopo la proposta del maggio 2022 e la posizione del Consiglio approvata a inizio ottobre, a inizio novembre il Parlamento ha adottato alcuni emendamenti e i negoziati inter-istituzionali si erano conclusi il 14 dicembre con un accordo provvisorio. Il Pe ha adottato il regolamento in prima lettura il 14 febbraio 2023.
Rodolfo Ricci