Come era facile prevedere accelera il confronto nell'Ue per la riforma del Patto di stabilità e crescita e la Commissione europea cerca di rassicurare la Germania indicando cifre e tempi definiti, quei 'paletti' chiesti con forza da Berlino per dare il via libera a una revisione della governance economica mal vista soprattutto dai liberali della coalizione 'semaforo' che sostiene il cancelliere Olaf Scholz. Il 'totem' più importante per i falchi di Berlino è quello di una riduzione certa e definita anno per anno del debito pubblico dei Paesi 'cicala'.
Secondo le indiscrezioni raccolte da Politico.eu, l'esecutivo europeo sta lavorando su alcune ipotesi che sono state presentate agli sherpa dei ministri delle Finanze in occasione della riunione del Comitato economico e finanziario riunitosi venerdì scorso. La prima prevede una riduzione annua del debito pubblico dello 0,5% nel caso in cui il Paese sotto procedura non riesca a frenare la spesa corrente e presenti quindi un rapporto deficit-Pil al 3%. La secondo ipotesi punta a concentrare in quattro anni l'orizzonte temporale entro cui concentrare la parte più consistente del risanamento dei conti pubblici concentrandosi sul raggiungimento degli obiettivi di spesa primaria netta (quella che esclude le entrate una tantum, gli interessi o le spese per la disoccupazione) concordati tra i singoli Stati membri e la Commissione. Una clausola di 'non differimento' sull'azione di risanamento destinata soprattutto ad evitare che gli impegni concordati da un governo finiscano per far cadere sull'esecutivo successivo l'onere di tagli promessi, come invece potrebbe succedere se l'operazione di rientro venisse programmata su sette anni.
Allo stesso modo, si guarda a una regola che preveda che comunque il debito eccedente il 60% scenda già nell'arco dei quattro anni. Tre opzioni, insomma - taglio del debito dello 0,5%, clausola di non differimento e calo del debito garantito nei 4 anni - che secondo diverse capitali sarebbero alternative l'una all'altra, mentre per Berlino dovrebbero essere tutte e tre vincolanti per poter dare il proprio via libera. Sulla revisione del Patto "tra poche settimane presenterò le nostre proposte", ha ricordato il commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni.
L'attesa è che la proposta venga svelata il 26 aprile. Se così fosse, la riunione informale dei ministri delle Finanze in programma a Stoccolma il 29 e 30 aprile prossimi potrebbe essere il momento della verità per trovare almeno un'intesa di massima sulla riforma. Solo così i ministri prima e il Consiglio europeo poi potrebbero dare luce verde al progetto in tempo utile per evitare che dal 2024 tornino in vigore le vecchie regole della governance economica, ritenute ormai da tutti obsolete e non più adatte alla nuova realtà.
Rodolfo Ricci