Le discussioni si stanno sviluppando in un'atmosfera molto buono, la presidenza spagnola sta facendo uno sforzo enorme, penso ci siano buone chance di fare progressi la prossima settimana". Finalmente un po’ di ottimismo da un alto funzionario Ue, in merito alla discussione sul Patto di stabilità, in vista delle riunioni dell'Eurogruppo e dell'Ecofin per la prossima settimana. Tra i temi della riunione dei ministri dell'Economia dell'eurozona ci saranno anche il mercato unico dei capitali e l'euro digitale. Su quest'ultimo dossier "il Consiglio direttivo della Bce, il prossimo 18 ottobre, dovrebbe decidere se passare dalla fase istruttoria a quella successiva. La Bce potrebbe fornire alcuni informazioni sulla seconda fase. La decisione della Banca Centrale di passare o meno alla fase successiva "non pregiudica la decisione finale di istituire l'euro digitale", ha spiegato la stessa fonte.
Al centro resta il dibattito sulle nuove regole europee sull’indebitamento dei Paesi membri. Per di più, aumentano nel mondo gli interessi pagati sul debito pubblico, salito peraltro sopra i livelli pre pandemia e anche per questo i paesi più rischio dovrebbero rivedere la spesa salvaguardando le misure a favore dei ceti più deboli contro gli alti prezzi di cibo ed energia. È quanto ammonisce l’Fmi nel suo World Economic Outlook rilevando come i paesi con maggiore debito "devono con attenzione comunicare i loro piano di bilancio a medio termine per consolidare la loro credibilità ed evitare dannose risposte del mercato". Nell’Ue starebbe prendendo concretezza il via libera di massima ottenuto dall'Italia al consiglio Ecofin informale di Santiago a metà settembre: è il tema della richiesta, fatta per prima da Roma, di scorporare dal rispetto dei vincoli di spesa gli investimenti su obiettivi strategici dell'Ue, come la transizione verde e digitale. In pratica sono gli stessi obiettivi del Pnrr, ai quali baltici e altri avrebbero chiesto e ottenuto di aggiungere le spese militari. Il tutto esaudendo la richiesta della Germania di garantire una riduzione del debito per i Paesi che sforano il tetto del 60% del Pil previsto dai trattati, come nel caso dell'Italia.
Il punto potrebbe approdare nel documento che la presidenza spagnola porterà all'Ecofin, ma Berlino dovrebbe ancora sbloccare davvero la trattativa anche rispetto alla 'golden rule' sulla spesa. Le cifre e la formulazione esatta del testo saranno del resto decisive. Nel caso della spesa da 'scorporare' andrà ad esempio fissata una quota massima in percentuale sul Pil. E resta ancora da chiarire se la nuova governance economica chiederà agli Stati più indebitati un taglio annuo (la Germania vorrebbe almeno dell'1%), da realizzare anno per anno, o con la flessibilità di procedere nell'arco del piano, purché rispettando la media annua richiesta.
Non dovrebbe invece cambiare la regola che prevede un aggiustamento fiscale annuo minimo per lo 0,5% del Pil per chi sfora il tetto del deficit al 3% e fino a quando il disavanzo resta in eccesso.
Rodolfo Ricci