Sabato 23 novembre 2024, ore 4:14

Bruxelles 

Passi avanti sul Patto di stabilità ma restano i nodi e tempi stretti 

Il tempo stringe per un'intesa sulla riforma del Patto di stabilità e crescita entro fine anno e prima che tornino in vigore le 'vecchie' regole sospese all'inizio della pandemia. La presidenza spagnola di turno alla guida dell'Ue lavora senza sosta a una proposta da portare al consiglio Ecofin che si riunirà il 16 e il 17 ottobre a Lussemburgo. Un primo tentativo di sintesi c'è stato in giornata in una riunione a Madrid del Comitato economico e finanziario, l'organismo consultivo misto dell'Ue spesso snodo cruciale nelle trattative economiche. Da quanto filtra da fonti vicine al dossier si sono però registrati solo "passi avanti", con "più concretezza sulle varie opzioni", ma la discussione dovrà proseguire e un nuovo incontro dovrebbe esserci già tra una settimana.

Madrid resta comunque impegnata a spingere il dibattito e a tenere contatti con gli Stati membri per trovare un consenso. Starebbe prendendo concretezza il via libera di massima ottenuto dall'Italia al consiglio Ecofin informale di Santiago a metà settembre: è il tema della richiesta, fatta per prima da Roma, di scorporare dal rispetto dei vincoli di spesa gli investimenti su obiettivi strategici dell'Ue, come la transizione verde e digitale. In pratica sono gli stessi obiettivi del Pnrr, ai quali baltici e altri avrebbero chiesto e ottenuto di aggiungere le spese militari.

Il tutto esaudendo la richiesta della Germania di garantire una riduzione del debito per i Paesi che sforano il tetto del 60% del Pil previsto dai trattati, come nel caso dell'Italia. Il punto potrebbe approdare nel documento che la presidenza spagnola porterà all'Ecofin, ma Berlino dovrebbe ancora sbloccare davvero la trattativa anche rispetto alla 'golden rule' sulla spesa. Le cifre e la formulazione esatta del testo saranno del resto decisive. Nel caso della spesa da 'scorporare' andrà ad esempio fissata una quota massima in percentuale sul Pil.

E resta ancora da chiarire se la nuova governance economica chiederà agli Stati più indebitati un taglio annuo (la Germania vorrebbe almeno dell'1%), da realizzare anno per anno, o con la flessibilità di procedere nell'arco del piano, purché rispettando la media annua richiesta. Non dovrebbe invece cambiare la regola che prevede un aggiustamento fiscale annuo minimo per lo 0,5% del Pil per chi sfora il tetto del deficit al 3% e fino a quando il disavanzo resta in eccesso.

Agli Stati sarà poi richiesto di non rinviare nell'ultimo periodo di piano l'aggiustamento per evitare che l'eventuale austerity venga scaricata sulla legislatura successiva. La proposta fatta dalla Commissione europea in aprile prevede piani di spesa di 4 anni concordati dagli Stati, estendibili fino a 7 a fronte di riforme e investimenti negli obiettivi Ue, ma saranno introdotti dei paletti per verificare il rispetto degli impegni. Dovrebbe venir confermata poi anche l'attivazione automatica della procedura per debito se non sarà rispettato il piano concordato da ciascuno Stato con la Commissione.

Rodolfo Ricci

( 3 ottobre 2023 )

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