Alla vigilia del World Economic Forum di Davos, l'Organizzazione non governativa britannica Oxfam ha presentato il suo rapporto sulla disuguaglianza globale dal quale emerge come le disparità tra ricchi e poveri stiano aumentando e ormai veleggino al di sopra delle più nere aspettative. Appena un anno fa Oxfam aveva lanciato l’allarme sulla concreta possibilità che entro il 2016, l’1% più ricco della popolazione mondiale sarebbe arrivato a detenere una ricchezza maggiore del restante 99%. Ebbene, ci siamo arrivati con un anno d’anticipo. Secondo la fotografia aggiornata alla fine del 2015 della Ong britannica, infatti, i 62 super-miliardari più ricchi del mondo hanno un patrimonio che equivale a quello della metà più povera della popolazione globale. E la forbice sta continuando ad allargarsi: solo sei anni fa i “paperoni” erano 388. Il che equivale a dire, appunto, che l’1% è più ricco del resto del mondo. Sul banco degli imputati, secondo Oxfam, c'è un sistema di tassazione che, con le parole di Offenheiser "permette alle grandi multinazionali e agli individui più ricchi di evitare quanto sarebbe giusto, privando i governi delle risorse necessarie a fornire servizi pubblici vitali e combattere le disuguaglianze". A livello mondiale "si stima che 7.600 miliardi di patrimoni individuali risiedano off-shore, l'8% del totale. Se venissero pagate le tasse su queste ricchezze, i governi disporrebbero di oltre 190 miliardi di dollari in più ogni anno. E 9 su 10 partner del World Economic Forum di quest'anno sono presenti in almeno un paradiso fiscale". Fischieranno le orecchie a qualcuno a Davos, forse. "Gli investimenti aziendali nei paradisi fiscali sono quasi quadruplicati tra il 2000 e il 2014". Scendono, per contro, i salari "sia nei Paesi sviluppati che in quelli emergenti". Il faro degli Stati Uniti brilla meno se si pensa che "i salari degli amministratori delegati delle maggiori aziende sono cresciuti del 50% dal 2009 , mentre i salari ordinari si sono a malapena mossi. Il salario minimo è rimasto fermo a 7,25 dollari dal 2009 mentre il costo della vita è aumentato".