Per ridurre l'inflazione "bisognerà continuare a condurre una politica monetaria restrittiva e raddoppiare gli sforzi affinché la politica fiscale sia meglio orientata e più duratura": è quanto emerge dall'ultimo studio dell'Ocse sull'Ue e l'Eurozona. Una visione simile ai 'falchi' dell’Eurotower. Visto il carattere generalizzato e persistente dell'inflazione - si legge - le autorità monetarie e di bilancio devono agire in sinergia per poter attenuare durevolmente le tensioni latenti. L'Ocse riconoscono poi la portata delle vulnerabilità finanziarie, soprattutto in quei Paesi con alti livello di debito privato e una forte proporzione di mutui ipotecari a tasso variabile.
"La ripresa nell'Unione europea e nella zona euro è stata perturbata dallo shock legato ai prezzi dell'energia e alla crisi del costo della vita seguite alla guerra di aggressione condotta dalla Russia contro l'Ucraina", afferma l'Ocse, aggiungendo che le misure assunte dall'Ue hanno permesso di evitare una grave recessione, ma le prospettive di breve termine sono avvolte da incertezze e rischi. "L'orientamento delle politiche monetarie e di bilancio - avverte l'organismo parigino - deve restare restrittivo per moderare le tensioni inflazionistiche latenti" mentre "la sostenibilità delle finanze pubbliche dovrebbe poggiare su una spesa più efficiente e una migliore governance economica".
Per favorire le evoluzioni strutturali - sottolinea ancora l'Ocse - è necessario ridurre gli ostacoli nel mercato unico e prevedere misure di sostegno precoce efficaci a favore dell'innovazione verde. Poi una serie di previsioni: la crescita nella zona euro dovrebbe riprendere progressivamente, passando dallo 0,9% del 2023 all'1,5% del 2024: è quanto emerge dall'ultimo studio economico dell'Ocse consacrato all'Unione europea e alla zona euro. Quanto all'inflazione, precisa l'organismo internazionale con sede a Parigi, dovrebbe scendere al 5,8% nel 2023 e al 3,2% nel 2024, restando comunque superiore all'obiettivo del 2% fissato da Francoforte.
Ma poi restano sempre attivi anche i 'falchi' doc. La Banca centrale europea deve aumentare i tassi di interesse ancora una volta per assicurarsi che l'inflazione ritorni al 2%, e un rialzo alla riunione di politica monetaria della prossima settimana è preferibile a una pausa, che comunque resta un'opzione, ha afferma con tempestività il membro del Consiglio direttivo Peter Kazimir in un editoriale inviato via e-mail e ripreso da Bloomberg. Kazimir ha sottolineato che la crescita dei prezzi rimane troppo forte e un rialzo dei tassi a settembre "è una soluzione più semplice ed efficiente". Come dire: i mercati ricevono indicazioni più chiare sul probabile tasso terminale - puntualizza - e "abbiamo più tempo per valutare se l'inflazione è su un percorso discendente sostenibile verso il nostro obiettivo".
Rodolfo Ricci