Sulla riforma del Patto di stabilità e crescita "non contempliamo uno scenario senza un accordo, ogni cosa necessaria sarà fatta per raggiungerlo". L’indiscrezione è di un alto funzionario Ue in merito alla revisione della governance economica europea alla vigilia del consiglio dei ministri dell'Economia di ieri a Lussemburgo segnalando quindi la disponibilità a convocare un Ecofin straordinario per poter avere un'intesa prima della fine dell'anno. Dall'Eurosummit del 27 ottobre ci si attende "un supporto per il lavoro dei ministri e l'ambizione di finire il lavoro entro fine anno", ha poi spiegato. Quanto poi ai veti e ai paletti posti in trattativa dai vari Paesi, "è importante che affrontiamo il negoziato come un pacchetto complessivo con una 'landing zone': vedremo che cosa realizziamo alla fine in un modo che tutti gli stati possano concordare", ha spiegato interpellato in particolare in merito alla percorribilità di 'golden rule' sugli investimenti. La riforma "deve dare soddisfazione a tutti, un ugual grado di insoddisfazione".
Allora il ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire propone di concentrare il confronto sulla riforma del Patto di stabilità su un solo elemento. "La mia proposta è di concentrarsi sulla questione della sostenibilità del debito prendendo in considerazione la situazione dei differenti Stati membri con l'idea di ridurlo gradualmente". In seguito "potremmo procedere e focalizzarci su altri argomenti come la riduzione del deficit", ha detto arrivando al consiglio Ecofin.
"Il nostro obiettivo deve essere quello di raggiungere un accordo entro la fine del 2023 sulle nuove regole del Patto di stabilità e crescita - ha spiegato Le Maire - Avremo una prima discussione importante questa mattina e il secondo incontro importante è l'Ecofin del 9 novembre in cui dovremo registrare i primi progressi concreti sulla riforma del patto di stabilità e crescita. Propongo quindi un calendario molto chiaro". Come dire: non bisogna ridurre le ambizioni, c’è la necessità di nuove regole che corrispondano alla nuova situazione economica, finanziaria e di bilancio nata dal Covid. È un principio di realtà, è anche un principio di credibilità politica per l'Unione europea.
"Come metodo propongo di concentrarci su un indicatore, il debito, che è l'indicatore chiave per definire le nuove regole del Patto di stabilità e crescita, per una riduzione, una riduzione credibile e progressiva. Il debito di tutti gli Stati membri deve essere ridotto gradualmente e in modo credibile". "Dobbiamo anche convenire che l'obiettivo non è avere il livello più basso possibile di debito pubblico", ha sottolineato il ministro delle Finanze francese. Serve un debito sostenibile, cioè compatibile con un livello di crescita e gli investimenti che tutti vedono assolutamente essenziali, investimenti per la transizione climatica e investimenti per la difesa e la sicurezza in un contesto internazionale particolarmente turbolento. Sulla riforma della governance economica europea Le Maire ha proposto di continuare ad andare avanti mano nella mano tra Francia e Germania. In definitiva un accordo sulle nuove regole del patto di stabilità e crescita, passa attraverso un accordo franco-tedesco.
"Non direi che oggi ci siano punti che bloccano un'intesa, ha spiegato più in generale. "Ci sono valutazioni degli indicatori che sono diverse. Alcuni vogliono indicatori più rigorosi e restrittivi, altri ritengono che si dovrebbe inserire un pò di flessibilità nel meccanismo". Ma in circostanze economiche il deficit deve essere sotto il 3% del Pil "e suggeriamo un margine di sicurezza rispetto al riferimento del 3%", ha invece detto sul futuro Patto di stabilità il ministro dell'Economia tedesco Christian Lindner a margine dell'Ecofin a Lussemburgo, segnalando che sulla riforma del Patto per Berlino "è possibile un accordo entro fine anno".
"Per la Germania è chiaro che una riduzione credibile e a lungo termine del rapporto debito pubblico sarà possibile solo se si terrà conto anche dei deficit annuali e se anche questi verranno ridotti". Comunque, la nuova disciplina di bilancio deve mirare a un consolidamento graduale e sostenibile.
Solo così può essere credibile e pienamente applicabile. È la richiesta sulla riforma del Patto del ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti nell'intervento alla riunione dell'Ecofin. "Per l'Italia è fondamentale raggiungere un accordo sulla revisione delle regole fiscali entro il 2023. Siamo aperti a lavorare sulla proposta di compromesso predisposta dalla presidenza spagnola, con l'obiettivo di raggiungere il giusto equilibrio tra garantire la sostenibilità fiscale e preservare la crescita economica". Inoltre, gli investimenti e le spese legate alle priorità europee, inclusa la difesa, sono obiettivi politici strategici che le nostre regole fiscali non possono ignorare.
Rodolfo Ricci