Dopo la fumata nera alla cena informale tra i leader a Bruxelles, questa settimana si annuncia cruciale per la scelta dei prossimi vertici Ue. Le trattative proseguono in vista del Consiglio Europeo del 27 e 28 giugno, con la presidente della Commissione uscente Ursula von der Leyen (Ppe) in corsa per un secondo mandato, che per il momento tuttavia non è blindato. Il primo ministro ungherese Viktor Orban è oggi a Roma, prima tappa di un mini-tour tra Italia, Germania e Francia in vista del 1° luglio quando Budapest assumerà la guida del semestre di presidenza europeo.
Con Giorgia Meloni il leader di Fidesz ha cercato l’asse sulle priorità programmatiche del semestre, dall’immigrazione alla sfida demografica e alla limitazione della sovranità Ue. Tra Orban e Meloni restano le distanze negli equilibri sulle figure chiave. Il leader magiaro si avvia a non votare né von der Leyen, né Antonio Costa (o Enrico Letta, come piano B) al Consiglio europeo, né Kaja Kallas come Alto Rappresentante. Mentre la premier può giocarsi la carta del dialogo con la maggioranza attuale. Meloni, assieme a Fiala, è l'unica leader a cui il Ppe guarda per l'allargamento a destra della maggioranza sul voto a Ursula von der Leyen. Il leader popolare Manfred Weber, nel suo mostrare il partito come kingmaker delle trattative, ha ribadito che il terzetto ai vertici europei dovrà tener conto di tre pilastri: la garanzia alla pace, la crescita economica, la limitazione dell'immigrazione con il prosieguo della politica dei patti con i Paesi africani. Ed è proprio il tema dei migranti che potrebbe portare il Ppe a convergere con i Conservatori, piuttosto che con i Verdi.
Per sperare in una riconferma alla guida della Commissione, Von der Leyen deve allargare la coalizione formata da Popolari, Socialisti e Liberali, scesa sotto quota la "soglia psicologica" dei 400, troppo pochi per mettersi al riparo dal rischio di franchi tiratori nel voto di conferma all'Europarlamento. Da qui il bivio con l'apertura ai Verdi, che hanno chiesto di entrare in maggioranza incontrando però resistenze nel Ppe, oppure ai Conservatori di Meloni. Che in cambio potrebbe chiedere una Vicepresidenza o un Commissario di peso. Sullo sfondo restano le incognite sul voto legislativo in Francia con il Fronte Popolare e i centristi costretti ad inseguire Rassemblement National, sempre avanti nei sondaggi. "Mi preoccupano le elezioni in Francia, lo dico con chiarezza", ha ammesso il cancelliere tedesco Olaf Scholz.
"Siamo al lavoro, vediamo se rientra nei dialoghi che si svolgeranno nei prossimi giorni, siamo fortemente impegnati per la tutela dell'integrità territoriale dell'Ucraina. ha detto Antonio Tajani in Lussemburgo rispondendo a chi gli chiedeva se da qui al Consiglio Europeo sarà possibile rimuovere il veto di Budapest su certi aspetti dell'aiuto militare europeo a Kiev, nella fattispecie i 5 miliardi del Fondo per l'Ucraina creati all'interno del Fondo Europeo per la Pace.
Rodolfo Ricci