Trattative in Ue per raccogliere i voti necessari per la guida della Commissione europea che vede Ursula von der Leyen ricandidata, e la presidenza del Parlamento di Strasburgo con l'uscente Roberta Metsola che ha ottenuto il bis. A votarla, su un totale di 623 schede valide, è stato il 90,2% degli eurodeputati. Si tratta, per Metsola, della più alta percentuale di voto nella storia del Parlamento europeo. Nel primo discorso dopo il voto la presidente del Parlamento europeo ha affrontato diversi temi. Sul fronte geopolitico ha riaffermato il sostegno all’Ucraina e ha riproposto la soluzione a due Stati in Medioriente, che prima però deve passare dalla liberazione degli ostaggi. Un altro argomento toccato è l’allargamento dell’Ue a Paesi come la Moldova e la Georgia, tema che va di pari passo con quello della migrazione. Ieri von der Leyen ha incontrato il gruppo Conservatori e Riformisti Europei (Ecr) al Parlamento Europeo.
"E' stata un'ora intensa", ha detto la presidente della Commissione dopo l'incontro. I Verdi quasi a bordo. Il richiamo all'unità dell'Europa contro chi, come Viktor Orban, quell'Europa la vuole distruggere. Ursula von der Leyen si prepara alla settimana che, salvo clamorosi colpi di scena, dovrebbe portarla di nuovo alla testa dell'Ue. La strategia dell'inclusione sembra aver dato i suoi frutti. Di fronte alla trappola dei franchi tiratori in Ppe, Socialisti e Liberali, von der Leyen ha risposto allargando il perimetro della maggioranza, con una virata sulla messa a punto del Green Deal che ha convinto i Verdi e ha aperto un canale perfino con la Sinistra.
La presidente della Commissione designata nella riunione con i Conservatori ha posto l'accento su uno dei temi più cari a Ecr, la migrazione. L'obiettivo dell'ex ministra della Difesa è trovare punti in comune, non alleati stabili. C'è, tuttavia, una trattativa parallela che attende la presidente della Commissione, ed è quella con Giorgia Meloni. L'attesa telefonata tra le due è stata confermata nuovamente da fonti europee. Non è detto che abbia luogo prima dell'incontro tra von der Leyen e il gruppo. E non è detto che porti ad una posizione ufficiale di Fratelli d'Italia favorevole a von der Leyen. Anzi, nei corridoi dell'Eurocamera c'è chi è pronto a scommettere che, alla fine, i meloniani si asterranno. Al momento in quel gruppo Ursula può contare sul sì dei belgi di N-Va e dei cechi di Ods. Il resto della delegazione - senza contare Fdi - potrebbe votare contro, anche se tra i polacchi del Pis filtra un inedito possibilismo. Altro conto è ciò che avverrà nel voto segreto: in quel caso, nella scelta dell'eurodeputato o della delegazione, non conteranno solo le priorità del programma dei prossimi cinque anni. Conteranno, molto più prosaicamente, le poltrone. È di programma, tuttavia, che von der Leyen ha parlato nella riunione con la Sinistra.
La bozza del suo intervento di domani mattina consta di circa trenta pagine. Alla Sinistra von der Leyen ha assicurato di voler tenere la barra dritta sugli obiettivi del 2030 e del 2050 della transizione ecologica. E, allo stesso tempo, ha tracciato una linea di demarcazione tra il gruppo dei Patrioti, quello di Europa delle nazioni sovrane e tutti gli altri. Con i primi due, guidati da Orban, Lega, Marine Le Pen e Afd, non ci sarà alcun dialogo. Con tutti gli altri sì. Von der Leyen, nel corso delle sue riunioni, ha disegnato i suoi interventi a seconda dell'interlocutore.
A tutti ha spiegato che vuole creare un mercato unico della difesa e istituire un commissario per il settore. E ha promesso di affrontare il tema dell'emergenza abitativa, anche in questo caso aprendo ad una delega ad hoc a Palazzo Berlymont. Ha, inoltre, sottolineato la grande attenzione che la Commissione avrà al comparto dell'agricoltura dove, ha spiegato, è necessario comunque un ricambio generazionale. La Sinistra ha concluso la riunione mantenendo il suo 'no' per il voto di domani ma, di certo, non saranno fatte barricate.
Rodolfo Ricci