Tensione altissima in tutta la Spagna all’indomani del referendum per l’indipendenza della Catalogna. E lo scontro non risparmia i sindacati, in particolare i rappresentanti delle forze di sicurezza spagnole e catalane.
La federazione che raccoglie o sindacati dei Mossos d'Esquadra, la polizia catalana, infatti, stamane ha denunciato la "vergognosa politicizzazione" della Guardia Civil e della Polizia Nazionale e ha rimarcato che la costituzione non si difende "aggredendo" i cittadini.
Una risposta ai cinque sindacati della polizia nazionale - che hanno annunciato azioni legali contro il capo del Mossos, Josep LluÃs Trapero- per lo "scandaloso" comportamento e la "vergognosa leggerezza" nel voler impedire lo svolgersi del referendum per l'indipendenza.
Intanto oggi i lavoratori catalani che aderiscono ai sindacati spagnoli CC.OO e UGT, i datori di lavoro delle piccole e medie imprese Pimec e Cecot si fermeranno per protestare contro la "violenza esercitata dalle forze di sicurezza dello Stato". La decisione, secondo le fonti sindacali, va "oltre" uno sciopero generale, anche se altre fonti hanno affermato che non è ancora stato determinato come l'attività si fermerà.
Nelle ultime settimane, CCOO e UGT avevano rivolto numerosi appelli alle parti per ridurre la tensione e cercare una soluzione negoziata. Appelli caduti nel vuoto. "Il tempo ci darà la prospettiva del fallimento collettivo che stiamo vivendo", ha commentato il segretario generale del CCOO Unai Sordo. Da parte sua, il segretario generale del UGT, Pepe Alvarez ha ricordato che "questo è un conflitto politico e ha bisogno di soluzioni politiche".
“L'intervento del governo e dell'apparato giudiziario dello Stato non ha mantenuto la proporzionalità che è stata richiesta e ha mostrato il suo volto più repressivo che contribuisce con la sua durezza ad aumentare la tensione. La soluzione della polizia non è la soluzione”, si legge in un comunicato unitario.
Le due sigle riconoscono come in Catalogna ci sia stata “una mobilitazione sociale indiscussa che esprime senza dubbio l'esistenza di un conflitto politico che non può essere condotto dall'unilateralismo promosso dal governo, né a visioni esclusivamente amministrative e legali. Tanto più quando l’iniziativa viene lasciata alle sole azioni puramente di polizia che alimentano il conflitto”.
Da qui il rinnovato appello rivolto dai sindacati “a coloro che hanno le più alte responsabilità su entrambi i lati del conflitto per smettere di adottare nuove misure che potrebbero intensificare lo scontro. Facciamo un nuovo appello per sostituire la strategia della tensione e del conflitto con il dialogo e la negoziazione.
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