Dopo aver ufficializzato la proposta sull’autorità europea del lavoro, la Commissione inserisce nel pilastro dei diritti sociali anche la raccomandazione per l'accesso alla protezione sociale per i lavoratori subordinati e autonomi. Ai quali si propone la possibilità di aderire ai rispettivi sistemi di sicurezza sociale (colmando le lacune formali a livello di copertura), acquisire e rivendicare diritti adeguati, trasferire agevolmente i diritti di sicurezza sociale da un posto di lavoro a quello successivo, e l’accesso a informazioni trasparenti sui propri diritti e obblighi di sicurezza sociale. Nel 2016, fa sapere la Commissione, circa il 40 per cento della popolazione comunitaria attiva era impiegata con forme di occupazione atipiche o come lavoratore autonomo. In molti Stati membri, ammettono gli sherpa di Palazzo Berlaymont, le persone appartenenti a questi gruppi si trovano ad affrontare delle disparità di accesso alla protezione sociale e sono di conseguenza esposte a una maggiore incertezza economica e a una minore tutela contro i rischi sociali. La raccomandazione ha lo scopo di contribuire a estendere la copertura laddove esistano tali disparità. La proposta si applicherebbe ai settori della sicurezza sociale più strettamente collegati alla situazione occupazionale piuttosto che allo stato di cittadino o residente, e nello specifico le prestazioni riguardanti disoccupazione, malattia e sanità, maternità e paternità assimilate, invalidità, vecchiaia, comprese le pensioni, e le prestazioni per infortuni sul lavoro e malattie professionali.
Per la Ces si tratta di iniziative che possono portare a un reale miglioramento per le condizioni dei lavoratori e assicurare che i principi del pilastro europeo dei diritti sociali siano davvero applicati grazie a misure vincolanti che “faranno la differenza in positivo nella vita delle persone”. E sull’autorità Ue sul lavoro, la Confederazione europea dei sindacati parla di provvedimento “necessario” contro le frodi transfrontaliere, ma purché non sia un altro strumento utile solo agli interessi del mercato interno”. La Ces, da par suo, avverte la segretaria confederale Liina Carr, s’impegnerà al massimo per convincere ministri ed eurodeputati ad adottare e applicare le proposte dell’autorità e della raccomandazione per l’accesso alla protezione sociale. Vogliamo essere sicuri, sostiene, “che l’autorità Ue del lavoro abbia statuto, mandato e soprattutto finanziamenti adeguati che permettano di contrastare efficacemente le frodi sociali transfrontaliere, in un processo decisionale che dovrà coinvolgere a pieno titolo anche sindacati e imprenditori”. Il sindacato europeo farà ogni tipo di pressione, “perché tutti i lavoratori, compreso quel 40 per cento di atipici, abbiano accesso a una pensione adeguata, alle indennità di disoccupazione e a tutti quei provvedimenti che possano contribuire alla riduzione delle povertà”.
(Articolo completo di Pierpaolo Arzilla domani su Conquiste Tabloid)