L'inflazione sta scendendo ma quella 'core', cioè al netto degli alimentari e dell'energia, è ancora troppo alta. Quindi la Banca centrale europea continuerà il suo cammino per riportarla verso il traguardo indiscutibile del 2%. Ma i problemi di alcune banche e le turbolenze che hanno creato sui mercati non devono spaventare chi teme che il caos contagi anche l'Europa: le banche europee sono solide e la Bce ha tutti gli strumenti per aiutarle, senza dover scegliere tra la difesa della stabilità dei prezzi e quella finanziaria. Di fronte a una platea di 400 studenti la presidente Christine Lagarde difende le scelte degli ultimi mesi e rassicura i giovani sul futuro, perché le sfide di questo periodo di "permacrisi" hanno dimostrato la forza dell'Ue.
I rialzi dei tassi "stanno appena cominciando a funzionare", come dimostrano anche i nuovi dati sull'inflazione, ma "la core inflation è ancora troppo elevata, in Italia è passata dal 5,6% al 5,7% quindi c'è ancora lavoro da fare", ha detto la scorsa settimana la presidente durante l'incontro promosso dall'Osservatorio permanente Giovani-Editori presieduto da Andrea Ceccherini. Lagarde ha però sottolineato come ci sia una sorta di "nebbia" che impedisce di avere una visione chiara del futuro. C'è molta incertezza", quindi la Bce valuterà i nuovi dati macroeconomici ad ogni incontro, e da quello dipenderanno le prossime scelte. "L'obiettivo ambizioso ma molto chiaro è di riportare l'inflazione al 2%", e "non c'è nulla che ci farà cambiare l'obiettivo perché è di importanza critica", ha ribadito. Rispondendo alle domande sulle recenti crisi bancarie, Lagarde ha fatto chiarezza mettendo alcuni punti fermi. "Non metterei nella stessa categoria Deutsche Bank e Credit Suisse", ha detto.
E per quanto riguarda il fallimento della Silicon Valley Bank ha osservato che un caso simile è "poco probabile che si ripeta in Ue, perché il sistema è molto robusto, e non abbiamo banche con la stessa concentrazione di venture capital della Svb". Inoltre, ha ricordato che negli Usa c'erano solo "circa 13 o 14 banche controllate", alle quali veniva chiesta liquidità sufficiente in caso di problemi. Altro tema: i fondi di investimento immobiliari, cresciuti significativamente negli ultimi dieci anni, rappresentano oggi il 40% del mercato immobiliare dell'area euro. Ciò significa che l'instabilità nel settore dei fondi potrebbe avere implicazioni sistemiche per il mercato immobiliare, che a sua volta potrebbe incidere sulla stabilità del sistema finanziario in generale.
È quanto emerge da uno studio sempre della Banca centrale europea. Il valore dei fondi è triplicato negli ultimi dieci anni e ora vale oltre 1.000 milioni di euro, sottolinea l'analisi, che mette in guardia però da una evidente discrepanza: i fondi sono esposti a rischi significativi di liquidità soprattutto quando offrono rimborsi frequenti, mentre gli asset immobiliari sono piuttosto illiquidi.
Rodolfo Ricci