Bisogna partire da un dato di fatto inconfutabile: il Next Generation EU, con le sue sovvenzioni a fondo perduto, è un passo storico per l'Unione europea ma potrebbe non bastare a mettere il turbo alla ripresa, quindi l'Europa deve prepararsi a spendere di più. Già si parla di un secondo Recovery fund. Ma forse non basta. L'invito a tenere ancora alti gli stimoli e gli aiuti all'economia arriva dagli Usa, ed è la segretaria al Tesoro, Janet Yellen, a consegnarlo direttamente nelle mani dei responsabili delle economie della zona euro, proprio nel giorno in cui valutano se e quando mettere fine agli aiuti a pioggia e passare a sostegni più mirati, proprio per tornare progressivamente a politiche di bilancio prudenti. "Siamo tutti d'accordo che l'incertezza rimane alta. In questo contesto, è importante che l'orientamento di bilancio rimanga di sostegno fino al 2022.
In futuro, è importante che gli Stati membri prendano seriamente in considerazione ulteriori misure di bilancio per garantire una solida ripresa nazionale e globale", ha detto Yellen partecipando alla riunione dell'Eurogruppo. La segretaria al Tesoro Usa si spinge oltre, invitando la zona euro, che in autunno riavvierà la discussione sulla revisione del Patto di Stabilità, a creare "un quadro Ue di bilancio con flessibilità sufficiente per consentire ai Paesi di rispondere con forza alle crisi e di investire", e che non porti "a risultati economici pro-ciclici". L'Eurogruppo non si scompone di fronte alle sollecitazioni del ritrovato alleato americano, e conferma la strada intrapresa da mesi: serve un orientamento di bilancio che sostiene l'economia, e il sostegno pianificato è considerato sufficiente per ora, ha spiegato il presidente dell'Eurogruppo Paschal Donohoe al termine della riunione.
I ministri si confrontano già da qualche tempo sul passaggio dalle misure d'emergenza a quelle più mirate che è già gradualmente in corso. Il presidente fa solo riferimento alla necessità di avere "la giusta flessibilità per adattare le politiche" qualora dovessero esserci ricadute dovute ad esempio a nuove varianti che tengono tutti con il fiato sospeso. "Ma su questo torneremo dopo l'estate", ha assicurato. Anche perché in autunno, ricorda il commissario all'economia Paolo Gentiloni, ripartirà ufficialmente la discussione sulla revisione del Patto, che terrà impegnata la zona euro nel 2022, prima che torni in vigore il vecchio quadro di bilancio.
L'obiettivo è proprio adattare le regole alla nuova situazione, per evitare che pesino come un macigno su bilanci già provati dalla crisi. I ministri per ora scommettono sul Recovery fund: l'Ecofin ha approvato i Pnrr dei primi 12 Paesi che hanno avuto via libera da Bruxelles, tra cui l'Italia. La visita della Yellen all'Eurogruppo è stata anche l'occasione per l'Ue per 'accontentarè gli Usa sulla digital tax: Bruxelles sospende il lavoro per una web tax europea, che avrebbe dovuto aumentare le risorse proprie del bilancio comune, per favorire il lavoro in corso all'Ocse e al G20 per una riforma globale della tassazione delle imprese, cercando un accordo entro ottobre. Nonostante l'intesa al G20 di Venezia, i dettagli non saranno facili da definire, anche perché alcuni Paesi europei, come Irlanda, Ungheria ed Estonia, sono ancora contrari. Bisogna ricordare che l'accordo su una minimum tax globale sulle grandi aziende ha ricevuto l'appoggio del G20, in quello che è stato un successo per Janet Yellen.
Ora l'intesa si trova davanti un altro ostacolo: il Congresso americano. I repubblicani sono infatti scettici sull'accordo, così come le associazioni industriali. Il timore è che se gli Stati Uniti aumentano la tassa minima ma altri paesi non seguono la stessa strada ci si potrebbe trovare in una situazione in cui per un'azienda americana avere la sede negli Usa potrebbe risultare addirittura controproducente.
Rodolfo Ricci