Venerdì 22 novembre 2024, ore 8:08

Bruxelles 

La Ue studia piani alternativi all’import di gas dalla Russia 

La Commissione europea sta "valutando" una strategia per essere completamente indipendente dal gas russo cercando fornitori alternativi. Lo ha detto il vicepresidente Ue, Valdis Dombrovskis, in audizione alla commissione Economica del Parlamento europeo. "È chiaro che non sostituiremo" il gas russo "del tutto con le rinnovabili tra un anno o due, perciò se vogliamo procedere rapidamente allo 'zero import' dalla Russia, dobbiamo importare il gas da un'altra parte", ha sottolineato Dombrovskis, riferendo che da parte della principale società norvegese di gas c'è "una disponibilità al 100% per colmare le carenze". "Non possiamo passare a una strategia zero gas" dalla Russia "in qualche settimana, dobbiamo lavorare per assicurare la nostra indipendenza energetica" con "diversi fornitori", ha aggiunto il commissario europeo per l'Economia, Paolo Gentiloni. "Buona parte dei nostri fornitori - ha spiegato - sfortunatamente hanno bisogno di alternative al gas russo, hanno bisogno di meccanismi di rigassificazione, e anche le piattaforme mobili di rigassificazione non si costruiscono in un giorno, ci vuole un anno e mezzo per montarle, dobbiamo essere consapevoli di questa difficoltà" e "servirà uno spazio fiscale" per rispondere alla sfida. Intanto l'Ue punta a ridurre dell'80% già entro quest'anno la sua dipendenza dal gas russo.

Questo uno dei principali obiettivi a cui mira, secondo le indiscrezioni della vigilia, l'Energy Compact della Commissione europea. Un piano strategico che vuole anche dare una boccata d'ossigeno a cittadini e imprese schiacciati dal caro prezzo esasperato dalla guerra in Ucraina. Molteplici le linee direttrici su cui si muove il piano: un tetto ai prezzi del gas, spinta alle rinnovabili, maggiori importazioni di Lng, potenziamento dei flussi provenienti da gasdotti alternativi a quelli russi, quote minime per gli stock nazionali per il gas, più flessibilità sugli aiuti di Stato. Ma c'è di più: Bruxelles ha deciso di imboccare la strada che porta a quella riforma del mercato elettrico chiesta a gran voce già nel novembre scorso da Italia, Spagna, e Francia. E l'idea di un fondo di compensazione in stile Recovery o Sure: planerà sul tavolo dei capi di Stato e di governo Ue giovedì e venerdì a Versailles. Sono i primi passi di un'Europa dell'energia che ancora manca e che l'offensiva di Mosca in Ucraina ha reso più urgente. La priorità numero uno indicata dalla presidente Ue, Ursula von der Leyen, è di "proteggere i consumatori e le imprese".

E allora la Commissione "è pronta a sostenere gli Stati membri nella progettazione" di misure di regolazione dei prezzi, pur "eccezionale e limitata nel tempo". Un'istanza portata a Bruxelles dal premier Mario Draghi in persona, accompagnato dal ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani. Del resto, il quadro giuridico del mercato elettrico, dove gas e luce sono a oggi agganciati, lo consente. Il 'price-cap' comunque da solo non basta. E, prima che i leader Ue discutano dell'ipotesi di un fondo di prestiti 'ad hoc' per far fronte al caro energia, Bruxelles mette sul piatto anche la possibilità di adattare allo scopo i prestiti del Recovery Fund ancora non richiesti. Per non restare al freddo il prossimo inverno se la Russia chiuderà i rubinetti, poi, servirà raggiungere un livello minimo dell'80% di stock di gas entro il 30 settembre di quest'anno. E ancora: il piano d'emergenza Ue include anche un'accelerazione degli investimenti nelle rinnovabili, una spinta alla diversificazione nei mix energetici nazionali e dei fornitori alternativi alla Russia, e la revisione delle regole sugli aiuti di Stato per operatori, industrie e nel settore primario, che dovrebbe consentire sussidi per fertilizzanti alternativi.

Prudenza invece sull'eventuale prelievo fiscale sugli operatori del settore che hanno beneficiato dell'aumento dei prezzi: il loro 'extra' non dovrebbe essere destinato ad aiuti contro il caro bollette, ma reindirizzato verso energie sostenibili. Intanto, segnalando che con le rinnovabili "cambierà la struttura del mercato", von der Leyen ha di fatto aperto i cantieri per quella riforma che potrebbe segnare una vera rivoluzione. L'appello di Italia, Francia e Spagna è di slegare i prezzi di luce e gas. E una prima valutazione dell'Agenzia (Acer) arriverà ad aprile.

Rodolfo Ricci

( 8 marzo 2022 )

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