Fiduciose e prudenti: le istituzioni europee si preparano così ad accogliere il nuovo governo tedesco targato Olaf Scholz. Nei corridoi di Palazzo Berlaymont affiora una certa curiosità sui primi passi che Berlino intenderà fare sui principali dossier europei, a cominciare dalla riforma del Patto di Stabilità. Punto sul quale peserà la variabile Christian Lindner, il neo-ministro delle Finanze ed esponente dei liberali, tradizionalmente considerati come "falchi". Il quadro, nelle prossime ore, potrebbe cominciare a delinearsi: prima la neo ministra degli Esteri, Annalena Baerbock, e poi il Cancelliere Scholz hanno fatto tappa a Bruxelles, dove hanno incontrato i vertici delle istituzioni comunitarie.
Sull'impegno a trazione europeista del governo "semaforo" - formato da Spd, Verdi e Liberali - nessuno nell'Ue ha il minimo dubbio. A testimoniarlo c'è la stessa agenda di Berlino: la prima uscita di Baerbock è stata a Bruxelles, dove ha incontrato incontrerà l'Alto Rappresentante Ue della Politica Estera Josep Borrell e il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. Neanche 24 ore e - dopo aver fatto tappa a Parigi - all'ombra dell'Atomium è giunto Scholz, che ha incontrato la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, il numero uno del Consiglio Ue Charles Michel e lo stesso Stoltenberg. Tutti e tre hanno vergato le proprie congratulazioni in un tweet. E, parlando con la radio francese France Inter, Michel si è detto "convinto" dell'impegno di Berlino in ottica europea. Ad incuriosire c'è soprattutto Lindner, esponente del partito Fdp che - come ricorda qualcuno a Bruxelles - si oppose perfino al bailout della Grecia affossata dalla crisi finanziaria dell' eurozona. Sul neo- ministro sono già da giorni puntati i fari dei "frugali", pronti a tirare la cinghia non appena l'emergenza Covid sarà alle spalle. "Dobbiamo tornare a regole più severe per poter perseguire una politica fiscale sostenibile", è l'avvertimento che, all'Ecofin di martedì scorso, ha lanciato l'Austria. Ma se perfino Klaus Regling, a capo del Mes e tra gli architetti del Patto di Stabilità, ora teorizza il cambiamento vuol dire che anche a Berlino il vento è cambiato.
Lo stesso Lindner, pur assicurando il rispetto della "stabilità" finanziaria ha parlato della necessità di attivare investimenti per accrescere la competitività dell' Ue. Del resto, in merito alla riforma del Patto di Stabilità, "crescita, sostenibilità del debito e investimenti green" sono citati nello stesso contratto di una coalizione dove i Verdi hanno comunque un ruolo primario. Chi si aspetta rivoluzioni nel breve periodo è comunque destinato a restare deluso. Più probabile che, nel dibattito sulla riforma del Patto, emergano soluzioni ponte - come lo scorporo degli investimenti verdi - che impediscano, almeno, il ritorno allo status quo con la fine della clausola di salvaguardia prevista nel 2023. Con un grande interrogativo sulla testa dei Paesi come l'Italia: quale sarà il ritmo della riduzione del debito che la Germania considererà accettabile? Conterà, certamente, la presidenza francese che si appresta a gestire nei prossimi sei mesi il dibattito sulla riforma della governance. Conteranno gli equilibri tra gli Stati membri e pure quelli tra i tedeschi di partiti differenti: la cristiano-democratica von der Leyen non avrà più la collega Angela Merkel dall'altra parte del tavolo ma il socialdemocratico Scholz. E in diversi, a Bruxelles, si augurano che i rapporti siano migliori di quelli che intercorrono tra i tedeschi dell' S&D e quelli del Ppe a Strasburgo.
"Attendo con impazienza di proseguire la nostra affidabile collaborazione per un' Europa forte", è l'invito alla continuità che arriva da von der Leyen. Intanto il parlamento tedesco ha approvato il vaccino obbligatorio per il personale medico sanitario. La legge voluta dal governo del "Semaforo" è passata con 571 voti favorevoli, 80 contrari e 38 astensioni. Prima del voto il ministro della Salute Karl Lauterbach aveva definito "inaccettabile" che tanti pazienti debbano morire perché esposti al rischio del contatto con personale sanitario non vaccinato contro il Covid nelle strutture sanitarie e nelle case di riposo. L'obbligo per il personale sanitario che lavora a contatto con i pazienti a rischio entrerà in vigore il 15 marzo 2022: entro quella data chi rientra nella prima categoria tenuta a vaccinarsi contro il virus dovrà essere vaccinato o guarito.
Rodolfo Ricci