Quando ormai sembrava essersi scrollata di dosso l'ombra della recessione, l'Eurozona torna a rallentare. E i rischi al ribasso - alta inflazione, debolezza della Cina e guerra in Ucraina in testa - continuano a offuscarne un futuro già da tempo in equilibrio precario tra stagnazione e crescita flebile. Il rientro dalla pausa estiva non regala slanci all'economia del Continente e a certificarlo sono state le nuove previsioni della Commissione europea. Quindi diventa fondamentale trovare un accordo sulle nuove regole europee per i conti pubblici.
"Dobbiamo lavorare con determinazione per concludere entro la fine dell'anno un accordo sulla riforma delle nostre regole fiscali", continua a sostenere il commissario europeo all'Economia Paolo Gentiloni e lo ha fatto anche nel corso della presentazione alla stampa delle previsioni economiche dell'esecutivo comunitario. "Penso che dobbiamo essere ottimisti e lavorare per favorire un'intesa. Certo la Commissione ha fatto buona parte del lavoro che le spettava fare e vi assicuro che non è stato facile. Ha messo sul tavolo una proposta, che a mio avviso è una proposta equilibrata. Va nell'interesse dell'insieme dell'economia europea e quindi anche nell'interesse dell'Italia. Può essere migliorata? Senz'altro", ha segnalato Gentiloni. In questo gioco a migliorarla ci sono tuttavia opinioni diverse: c'è chi la vuole migliorare in un senso, chi in un altro.
"La Commissione aiuta la presidenza di turno spagnola a cercare questa intesa. Noi avevamo come compito, che è il compito della Commissione europea, quello di fare una proposta", ha poi aggiunto il commissario. "Penso che abbiamo messo sul tavolo una buona proposta, sono soddisfatto del fatto che di questo si stia discutendo e certamente cercheremo di accompagnare il lavoro dei governi per raggiungere un'intesa che è nell'interesse ovvio dell'economia europea. Senza intesa, penso che la situazione sarebbe sicuramente più negativa".
In sintesi, i Commissario europeo ha voluto ribadire come le vecchie regole del Patto di stabilità non hanno portato né crescita né abbattimento del debito e che comunque si troverà un accordo sulla proposta di riforma dell'accordo internazionale del 1997 avanzata dalla Commissione Ue. Le differenze tra i diversi Stati membri sono così grandi da non poter essere superate? "Non credo", ha affermato Gentiloni, replicando alla constatazione che la proposta di riforma della Commissione non ha ancora trovato il sostegno dei partner.
Un'incertezza che lascia debole, almeno fino al 2024, il polso dell'Europa. E che potrebbe avere un impatto tangibile anche sulla decisione della Bce. Con il board guidato da Christine Lagarde che domani non potrà non tenere conto anche degli indice Pmi in ribasso e del rallentamento dei crediti alle imprese. Nel board ci sono le consuete divisioni se prendere o meno una pausa dalla serie di rialzi dei tassi e da molte forze politiche nel Continente si chiede a Francoforte di fermarsi.
Rodolfo Ricci